Succede che a Bologna nasce una bimba figlia di due mamme e che il Comune decida di registrarla all’anagrafe con due cognomi ed entrambe le sue madri. Una cosa che, fino a prima delle recenti sentenze della Cassazione, succedeva ormai abbastanza spesso.
Succede anche, però, che il Comune di Bologna debba trasmettere l’atto a quello di Trento dove una delle due mamme è residente.
Ed è qui che il meccanismo si inceppa.
Il Comune di Trento dice no alle due mamme
Il Comune di Trento decide, di sua spontanea volontĂ , non solo di trascrivere l’atto con una sola mamma, ma anche di cambiare il cognome alla bambina togliendone uno.
Naturalmente, la coppia di donne fa ricorso al Tribunale perchĂ© le cose tornino com’erano. Qualche giorno fa, finalmente, la decisione del giudice di Trento. L’atto deve essere trascritto nell’anagrafe trentina esattamente come era stato fatto a Bologna: con due mamme e due cognomi.
La decisione del Tribunale
Il Tribunale ha stabilito, infatti, che l’ufficiale di stato civile di Trento non aveva alcun titolo a cambiare l’atto di nascita formato a Bologna. E ora il comune trentino dovrĂ trascrivere l’atto di nascita per intero riconoscendo entrambe le mamme alla piccola.
La trascrizione, secondo il giudice, “non poteva essere ritenuta contraria all’ordine pubblico” e “il principio di omogenitorialitĂ doveva ritenersi riconosciuto nell’ordinamento giuridico interno”. Il Tribunale sottolinea anche “l’interesse della minore al riconoscimento e a non essere discriminata in ragione delle modalitĂ di concepimento” oltre al “diritto all’identitĂ personale e alla vita privata e familiare”.
Il legale: “La via giudiziaria è ancora aperta”
“Nonostante le due recenti sentenze di Cassazione sul riconoscimento della doppia maternitĂ – commenta l’avv. Michele Giarratano, legale della coppia -, è evidente come la via giudiziaria sia ancora aperta. E anche come sia l’unica percorribile visto il totale immobilismo del parlamento sul tema”. “Sono certo che la strada che abbiamo tracciato come Gruppo Legale di Famiglie Arcobaleno sia quella corretta – conclude Giarratano – e il tempo ci darĂ pienamente ragione, abbattendo questa odiosa discriminazione a danno di minori sulla base della famiglia in cui vengono al mondo”.