Ha lo smalto alle unghie e una borsa arcobaleno: nuova aggressione omofobica a Roma

Ennesima aggressione omofobica, questa volta a Roma, nel quartiere di Infernetto. A denunciare, una madre che si racconta sul sito di Tpi: «Mio figlio era al parco e stava festeggiando la fine della scuola con un gruppetto di amici. Si è avvicinato un grosso gruppo di coetanei di un’altra scuola che ha iniziato a provocarli. Loro non hanno risposto allora è partito il lancio delle uova, che ha colpito mio figlio lasciandogli anche un livido, lui era da solo con 4 ragazze». Le motivazioni del gesto non lasciano dubbi: omofobia.

La dinamica dell’aggressione omofobica

«Ma la cosa brutta» continua la donna «sono stati gli insulti a lui rivolti: Filippo ha i capelli lunghi, ama mettersi lo smalto colorato, usare l’eyeliner, è affascinato dal mondo Lgbt, ha una borsetta arcobaleno, ha il suo modo di esprimersi, gli piace scrivere, disegnare etc. Fino a ora non abbiamo avuto problemi, ma questa volta sono arrivati insulti pesantissimi. “Frocio di merda, gay schifoso, sei maschio o femmina”. A quel punto – poichĂ© i ragazzi erano tanti – mio figlio forse si è sentito sopraffatto, si è allontanato e ha chiamato il padre per farsi venire a prendere».

Il branco contro le ragazze

Un’azione di branco, come la definisce la mamma di Filippo. Che si è rivolta anche contro le ragazze che erano al parco col ragazzo. «Le ragazze che erano con lui hanno provato a difenderlo ma sono state spinte a terra e coperte di insulti: “puttane, troie, quanto vuoi per un bocch**o”. La cosa è durata per un po’». La donna dichiara che, tornata a casa, ha inizialmente creduto che si trattasse di un banale lancio di uova: «Non sapevo degli insulti omofobi e sessisti. Sono tornata al parco e ho trovato un’amica di mio figlio che ancora piangeva perchĂ© era stata presa a calci. Ho trovato il gruppo di ragazzi e mi sono arrabbiata, ho detto loro che non potevano colpire così dei loro coetanei».

Azione a scuola

Le famiglie delle vittime hanno coinvolto le scuole frequentate dai bulli. Ci sarebbero gli estremi per una denuncia, ma non vogliono attuare misure punitive i genitori del ragazzo e delle ragazze aggredite. Chiedono, invece, interventi diretti proprio nelle aule scolastiche per evitare che questo tipo di fatti possa verificarsi ancora, nelle nostre strade e nei luoghi che dovrebbero essere sicuri. E invece, da troppo tempo a questa parte – di recente, a Torino, è stata aggredita una ragazza perché aveva una borsa arcobaleno – sono teatro delle peggiori violenze.

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