Sanremo 2022, tra le lacrime di Damiano e il look di Achille Lauro

Sanremo 2022 ha preso il largo e diverse sono state le sorprese e le conferme che abbiamo avuto ieri sera, assistendo alla prima serata condotta da Amadeus, accompagnato da Ornella Muti. Vediamo insieme alcuni momenti che vanno ricordati e messi sotto la giusta luce. E anche altri che, invece, presentano qualche ombra.

Il look di Achille Lauro

Ce lo siamo chiesto, dobbiamo ammetterlo serenamente. Quale sarebbe stato l’outfit di Achille Lauro che ogni anno ci delizia con scelte estetiche ricercate e elaborate. Niente è lasciato al caso, nel look del cantante romano. Ma dopo i fasti degli scorsi anni, ieri sera l’artista ha scelto di presentarsi con uno dei suoi abiti più riusciti: un torso nudo decorato dai suoi tatuaggi. Lo abbiamo visto in forma, più magro e con qualche ora in più passata in palestra. Un bel vedere, insomma. Ma sia ben chiaro, Achille Lauro non è il tipo che cavalca il canone estetico imperante fine a se stesso. Lo ricordiamo, e con affetto, con la tutina color carne e qualche rotondità. E andava bene così. Ieri, semplicemente, il cantante ha risposto a un nostro dubbio: un “chissà come” a cui ha risposto con un “me stesso”. E va bene così, come andava bene con qualche chilo di troppo. Promosso a pieni voti, insomma. Sulla canzone, invece, si ha la sensazione di un déja vu. Ma siamo solo al primo ascolto.

La commozione di Damiano

L’esibizione dei Maneskin e la commozione di Damiano

A proposito di mascolinità tossica che si sbriciola al cospetto di un modo altro di essere uomini di sesso maschile. Damiano dei Maneskin ci ha regalato l’ennesima performance in cui look, estetica, trucco e glitter hanno dominato la scena. E dopo la seconda interpretazione, Coraline, ha regalato al pubblico le sue emozioni, con un pianto liberatorio che ci ha emozionato e commosso al tempo stesso. Un bel momento di umanità, soprattutto in un contesto – l’Italia su cui soffia l’alito del più becero sovranismo – in cui essere maschi coincide con il non cedere alla propria fragilità.

Ciò che non va a Sanremo 2022

Certo, ci sono lacrime e lacrime. Anche quelle non versate. Quando moriamo dal ridere, ad esempio, si tende a piangere. Non è quello che è successo con l’immancabile – ma evitabilissimo – sketch di Fiorello che ancora una volta si è distinto per le solite e stanche battute d’archivio che andrebbero archiviate. Invece, avremmo voluto disperarci per la ricostruzione della carriera di Ornella Muti, ridotta a spalla femminile di diversi attori – tutti maschi – di cui si è celebrata la memoria. Ma d’altronde, Amadeus è quello del passo indietro. Il lupo, insomma, perde il pelo. Il vizio, invece…

In attesa delle altre serata

Ovviamente, una serata è poca cosa per dare un giudizio sia all’intera manifestazione canora, sia alle singole canzoni. Per cui, scomodiamo il concetto di “vigile attesa” e restiamo a guardare. Vediamo cosa ci riservano le altre serate di Sanremo 2022. Dalla puntata dei duetti al momento in cui vedremo Drusilla Foer, tanta carne è sul fuoco. Non resta che aspettare. Ci vediamo, intanto, stasera sui social per seguire insieme la diretta della seconda serata.

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