Ondata omofoba dopo il pride month: i casi di Napoli, Bari e Rimini

Il pride month è finito da qualche giorno, mentre le marce dell’orgoglio proseguiranno per tutto il mese di luglio. Eppure l’omofobia continua a essere una costante della società italiana. Ben tre casi di aggressione si sono registrati rispettivamente a Napoli, a Bari e a Rimini. E hanno colpito persone Lgbt+ o “sospettate” di esser tali. Con un grado di violenza che ci ricorda ancora una volta – se fosse necessario, purtroppo – la necessità di intervenire. Con strumenti culturali in primis, contro l’odio che colpisce la comunità arcobaleno.

La prima aggressione a Napoli

La prima delle aggressioni si è registrata a Napoli, subito dopo il pride cittadino. Siamo nella notte tra il 2 e il 3 luglio. Le vittime, due giovani romani che vanno in giro per la città, «in via Santa Brigida» come si legge su Luce – La nazione «quando sono stati avvicinati da due giovani della provincia di Napoli, un diciottenne di Marano ed un sedicenne di Villaricca che hanno iniziato a rivolgere insulti nei confronti dei due romani, uno dei quali ha reagito alle offese».

La situazione degenera velocemente: «I due sono scesi dall’auto ed hanno iniziato a percuotere le vittime, a spintoni, schiaffi e anche con la cinghia dei pantaloni. I due giovani romani allora hanno chiesto l’intervento dei Carabinieri che hanno iniziato subito le ricerche dell’auto e degli aggressori. La vettura è stata individuata in piazza Carlo III dalla pattuglia della stazione Borgoloreto. Ne è nato anche un breve inseguimento, al termine del quale i due sono stati bloccati e denunciati. Le due vittime sono state soccorse all’ospedale San Paolo, con una prognosi di cinque giorni. Il Comune di Napoli ha fortemente condannato l’accaduto esprimendo una forte solidarietà ai danni di due ragazzi dopo il Pride».

Il caso di Bari

Una delle vittime dell’aggressione di Bari

Il secondo attacco è avvenuto a Bari, «nel parco Rossani» come riporta Repubblica.it «nel pomeriggio di domenica 3 luglio, a 24 ore dal Pride». Secondo quanto apprendiamo, «due giovanissime persone non binarie sono state circondate da una quindicina di coetanei, prese a calci, pugni e schiaffi e una è stata ferita alla testa con una pietra scagliata sempre dagli aggressori».

Una vera e propria azione di branco ai danni delle due giovani vittime per cui «è stato necessario ricorrere alle cure mediche. Il sindaco Antonio Decaro ha richiesto l’intervento della Prefettura e delle Forze di polizia oltre che della Polizia locale che sta acquisendo le immagini delle telecamere. “Questa aggressione non può e non deve restare impunita”, ha detto il primo cittadino».

L’aggressione al tiktoker di Rimini

Si arriva così a cavallo tra il 3 e il 4 luglio. «Ho subito un’aggressione omofoba mentre stavo tornando in albergo» ha raccontato sul suo profilo su TikTok Gabriele Gentile, conosciuto come AvocadoGabb. Come riporta Open, «quella sera di domenica 3 luglio il 21enne da oltre 680 mila follower era vestito con una maglietta rosa e dei pantaloni di pelle per la Notte Rosa di Rimini». È bastato questo per far scattare la violenza: «Un gruppo di ragazzi ha visto che sono evidentemente gay» sono sempre le dichiarazioni del tiktoker. «E a quel punto» si legga ancora «è iniziata l’aggressione. Prima insulti, poi gli sputi e infine il lancio della birra».

Scrive ancora Open: «Come riportato da Ansa, Gentile era a bordo sul suo monopattino e per evitare il gruppo di aggressori ha invaso la corsia delle auto. “Una macchina è riuscita a frenare in tempo”, continua Gentile che poi ricorda di aver temuto il peggio in quel momento. “Se fossero riusciti a raggiungermi non so cosa sarebbe potuto succedere“. Il tiktoker che lavora e registra video in albergo ha poi spiegato di aver “parlato con il mio avvocato” e che denuncerà quanto accaduto».

La necessità dei pride

Insomma, tre aggressioni particolarmente violente in poco meno di due giorni. Che ricordano come il problema dell’odio contro le soggettività ritenute “fuori norma” è qualcosa di strutturale. Qualcosa che deve essere combattuto, sia con strumenti culturali, sia con quelli giuridici (che influenzerebbero in modo positivo anche i primi). E che fanno capire, ancora, la necessità dei pride e delle marce dell’orgoglio. Con buona pace di chi bolla le manifestazioni arcobaleno come poco sobrie o “carnevalate”.

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