La notizia sull’outing – per altro falso – perpetrato da Marco Carta ha suscitato un piccolo terremoto sul web, terremoto di cui si faceva volentieri a meno per una serie di ragioni. Innanzi tutto, stiamo parlando di una “non notizia”. Che ci siano dicerie e voci sulla sessualità di Marco Mengoni, per non parlare dello scoop sulla presunta omosessualità di Renato Zero è cosa nota da tempo. Il problema non è certo l’identità di questo o quel cantante. La questione è un attimo più complessa.
La solita equazione tra omosessualità e vergogna

Marco Mengoni
In primis, la pseudo-notizia, smentita dallo stesso cantante, sembra un tentativo di click baiting da parte del sito Notizie.it per aumentare visualizzazioni e condivisioni. Adesso, va bene che un sito provi ad incrementare il suo pubblico. Ma che lo faccia diffondendo notizie false – Carta non avrebbe mai rilasciato alcuna intervista al sito (e stranamente la notizia non è più reperibile) – e alimentando pruriti da gossip su personaggi che non hanno fatto affermazioni sulla propria identità sessuale, non solo non aiuta la causa, ma proietta l'”essere gay” nella solita dimensione della semiclandestinità . Il messaggio è: loro si vergognano di essere gay. Più in breve: “omosessualità = vergogna”. Grazie, bel regalo di Natale. E complimenti per la vostra prossima vita da stercorari.
Il coming out è auspicabile…
Certo, questo al netto del fatto che sarebbe auspicabile che i personaggi pubblici realmente Lgbt venissero fuori. Sarebbero un modello per migliaia di adolescenti che si interrogano su se stessi/e, ad esempio. Per Luca, che ha quindici anni ed è innamorato di Elena, è bello e positivo avere il calciatore di turno che rappresenta un modello di successo a cui magari ispirarsi. Sarebbe altrettanto bello se ci fosse il cantante, lo sportivo, l’attore che andasse in tv a dire: sì, sono gay e sono felice. Per l’altro Luca, quello che si è innamorato del suo compagno di banco, rappresenterebbe un punto di riferimento costruttivo e non la solita rappresentazione marginalizzante e tossica: come quella di Notizie.it per intenderci.
…e l’outing fa schifo

Michele Bravi
L’outing, insomma, come pratica politica va bene. Ma come pettegolezzo acchiappaclic è qualcosa che fa veramente vomitare (sì, detto come lo farebbe Daniela Santanché imitata da Paola Cortellesi). Se poi pure falso, diventa irricevibile. Ah, e visto che ci siamo: Michele Bravi, già nel 2017, aveva rilasciato un’intervista a Vanity Fair in cui diceva di essere innamorato di un ragazzo. E anche noi avevamo già parlato del suo coming out. Qualcuno sente l’esigenza di uno scoop sul fatto che Patty Pravo è bionda?
P.S.: ok, non c’entra nulla, ma il grammar nazi che c’è in me non può rimanere in silenzio di fronte al maltrattamento della lingua italiana nei post di Marco Carta. Alludo a quel «Non ho molte parole a riguardo se non poche» – ed è subito Jacques de La Palice – e, ancora, al minacciosissimo «Ergo, non seguirò più, notizie.it». Per la virgola, dopo il “più” ovviamente.