Libri sotto l’albero, 5 idee regalo per un Natale arcobaleno

I nostri consigli per i libri di dicembre non possono non tenere conto del fatto che tra poche settimane sarà Natale. Che si sia credenti o meno, è sempre bello ritrovarsi a augurarsi buone feste e a scambiarsi qualche regalo sotto l’albero. E siccome crediamo che i libri siano un ottimo modo di spendere il proprio denaro, eccovi i nostri consigli del mese. Allora, vediamo cosa ci porterà Santa Klauss per queste feste.

Vite negate, di Franco Buffoni

Si chiude la trilogia del poeta e saggista Franco Buffoni, che dopo Due pub, tre poeti e un desiderio e Silvia è un anagramma, torna con un’analisi puntuale sulla società europea a cavallo tra ‘800 e ‘900,. E la nuova fatica letteraria si intitola Vite negate, pubblicato da FVE Editori. Ma non c’è solo questo: «In questo libro» ci dice l’autore nella Premessa dell’opera «racconto alcune storie di negazione dell’omosessualità avvenute anche in un passato lontano». La parola chiave è, appunto, negazione. Di identità intere. E se l’identità è l’essenza stessa dell’essere, secondo alcune letture filosofiche del fenomeno, quella negazione investe vite intere.

«Attraverso i secoli e le geografie più disparate» si legge nella presentazione del volume, «l’autore ricompone e annoda i fili di una storia gay a lungo marginalizzata, e lo fa regalandoci un libro scritto con la lucidità dello studioso, la passione del poeta e il coraggio di un grande intellettuale».

E così parte dall’antica Grecia, Buffoni, per arrivare al mondo di oggi. Cominciando con i filosofi greci e, nello specifico, con Zenone. Passando per l’imperatore Eliogabalo. E concentrando il grosso della sua analisi al mondo contemporaneo, recuperando storie già accennate in Silvia è un anagramma, come l’amore che legherà Giuseppe Mazzini al giovane patriota Goffredo Mameli. Fino ad arrivare ai giorni nostri, con un’ampia ricognizione tra fine ‘900 e primi anni ’20 del nuovo millennio. Con uno sguardo sulla vicenda di Umberto Bindi, fino ai trionfi olimpici della scorsa estate. Quando l’identità non è stata negata. E la vita – quelle vite – sono salite sul podio a reclamare il loro diritto all’autorappresentazione. Il loro diritto di vivere nel mondo.

Nudo maschile in arancione e giallo, di Alessandro Fullin

E poi non può mancare la narrativa. E tra gli autori selezionati per un consiglio di lettura destinato a divenire un gradito regalo di Natale, non poteva mancare Alessandro Fullin, di cui abbiamo imparato ad amare la delicatezza narrativa, la verve comica nonché la rara intelligenza che si trasforma in letteratura. La sua ultima fatica si intitola Nudo maschile in arancione e giallo, pubblicato con Manni.

«In Polonia» apprendiamo dalla scheda di presentazione del libro, «negli anni tra le due guerre mondiali, si respira ancora un’atmosfera bohémienne. La contessa Zaskaja, nobile decaduta ma non rassegnata alla fine di un’epoca, organizza cene che dovrebbero essere fastose ma che, guarda caso, si svolgono sempre nel giorno in cui la cuoca è in permesso; e fa da mecenate a Vanessa, pittrice innamorata delle avanguardie artistiche europee, capace di dipingere nudi maschili senza vergogna e tazzine da tè con stile drammatico».

Poi, come in ogni narrazione che si rispetti, arriva la complicazione che dà il via agli eventi: «…in questo spaccato mitteleuropeo d’inizio Novecento, tra nature morte e passioni quanto mai vive, entrano Pavel, giardiniere bello come una statua greca, di cui si innamora il giovane e romantico Mattia; Marek, reduce dalla Grande Guerra, che diviene lo sposo e il modello di Vanessa; e ancora galleristi, artisti, divi del cinema muto». Il tutto scritto con leggerezza e ironia, le cifre stilistiche della letteratura di Fullin e della sua opera. Un romanzo, questo, in cui «l’amore per l’arte diventa la metafora del desiderio di ridisegnare il mondo – rendendolo, se possibile, più bello, elegante e sensuale». 

Il genere è fluido?, di Sally Hines

Si è molto parlato del genere, in questi ultimi mesi. Anzi, forse negli ultimi anni. E non solo, qui nel nostro paese, per raccontare – e troppo spesso, per urlarsi addosso – l’iter parlamentare del Ddl Zan. Fatto sta che molta è la confusione sotto il cielo, riguardo a questo tema. E dunque, per fare chiarezza, arriva il saggio di Sally Hines, Il genere è fluido?, pubblicato per Nutrimenti.

«Quando nasciamo, siamo tutti assegnati a un genere biologico sulla base della nostra anatomia fisica» si legge nella presentazione del libro. «Ma perché alcune persone sperimentano una forte dissonanza fra il loro sesso biologico e la loro identità interiore? Il genere è quello che siamo o quello che facciamo? La nostra espressione di genere è innata o si sviluppa mentre cresciamo? I tradizionali ruoli binari maschio/femmina sono rilevanti in un mondo sempre più fluido e flessibile?» Domande a cui il saggio di Hines cerca di dare una risposta.

E lo fa in modo, se vogliamo, rivoluzionario. Aprendo il libro, infatti, troviamo caratteri diversi nella presentazione delle singole pagine, che suggeriscono diversi percorsi di lettura. Cominciando con le scritte più in grande e soffermandosi solo su queste porzioni di testo si può leggere il saggio in poche ore, acquisendo gli elementi generali della problematica affrontata. Per chi volesse approfondire, ancora, il testo presenta parti con caratteri intermedi e ancora più piccoli. In modo da poter essere accessibile, così, a chiunque.

La scelta negata, di Patrizia Maltese

La lotta non è tale, se non è intersezionale. Dovrebbe essere il nostro mantra. Per questa ragione ci occupiamo anche di questioni femminili e femministe. E Villaggio Maori Edizioni ha recentemente pubblicato il volume di Patrizia Maltese La scelta negata, in cui si affronta il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza.

«Nel 1978 il diritto all’aborto veniva finalmente riconosciuto dalla legge italiana, grazie a una lunga battaglia femminista per la tutela della salute e dell’autodeterminazione delle donne» ci ricorda la scheda di presentazione dell’opera. «Oltre quarant’anni dopo l’approvazione di quella legge, Patrizia Maltese ripercorre la strada tortuosa della sua applicazione, restituendo voce alle donne e mettendo in luce la storia di un diritto garantito solo sulla carta. Un libro necessario, un’inchiesta rigorosa e amara che ci racconta l’ipocrisia e le storture di un sistema che continua ad arricchirsi sul corpo delle donne».

E in merito, ha idee chiarissime l’autrice, che dichiara a Gaypost.it: «Sono passati quarantatré anni ma sembra di essere tornati agli anni sessanta, quando l’aborto era un reato e persino prendere gli anticoncezionali era vietato, se non in alcuni casi. Il tiro incrociato delle ultradestre europee e internazionali, che peraltro hanno a disposizione denaro in quantità per le loro campagne antiabortiste, sta facendo sì che ciclicamente questo diritto fondamentale conquistato dalle donne dopo anni di lotte venga messo a rischio di cancellazione». E Maltese ci mette in guardia. «Ciò significa che le donne, come già fanno quelle che già oggi si trovano sbarrata la strada dai cosiddetti obiettori di coscienza in percentuali intollerabili, tornano all’aborto clandestino con le sue conseguenze di morte e mutilazione. È quello che ho cercato di evidenziare nel mio libro».

L’orizzonte rosato del tempo, di Lillo Di Mauro

E concludiamo, infine, con un’opera di poesia. E consigliamo il volume di Lillo Di Mauro, L’orizzonte rosato del tempo, pubblicato con Baldini e Castoldi «Quando scrivo poesia» dichiara l’autore «mi sento simile alle stelle che vagabondano nel cielo con la loro luce intermittente. La mia poesia vive di segni e di simboli, con la mia parola poetica annuncio eventi. Abito l’immaginazione, vi soggiorno, amo sedurre con le parole e i simboli per rendere sopportabile il mondo che incatena le nostre vite. Mi inabisso fino ai fondali del mondo e più in là nell’infinito, per scrutarne il mistero. Io scrivo poesia per salvarmi dalla mia dannazione, dal mio destino.»

L’opera si suddivide in quattro sezioni. In cui ritroviamo «i temi della giovinezza, dell’amore e delle prime esperienze omosessuali vissute nelle periferie e nel segreto di Roma». Il poeta affronta, in quello che si configura come racconto autobiografico in versi, frammenti di vita vissuta attraverso uno stile crudo e potente. Qui si fa sempre vivo il ricordo «di un’infanzia turbata e compromessa» che «si lega alla malinconia e allo stupore per un presente che si dimostra sempre segnato, irrimediabilmente, dal rimpianto».

Di Mauro riaggancia così la poesia alla sua funzione più nobile: essere testimonianza di vita vera. E, al tempo stesso, fungere da elemento per la costruzione di una civiltà materiale e intellettuale. Ma non solo. Il poetare, col suo afflato, sa essere anche fattore eternante di quella vita. Perché «solo la poesia può, con la forza liberatoria che le appartiene, opporsi al disfacimento del corpo e del tempo».

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