Legge Zan: è, di nuovo, Heather contro Lorella

La legge Zan riaccende lo scontro tra le due icone della tv italiana degli anni ’80, Heather Parisi e Lorella Cuccarini. Quest’ultima, infatti, ha messo un like ad una condivisione social che si scagliava contro il ddl contro l’omo-bi-lesbo-transfobia. Ma Heather Parisi non l’ha fatta passare liscia alla sua “nemica amatissima” nemmeno questa volta. Scrivendo un lungo commento sulla sua pagina ufficiale su Facebook.

L’attacco a Lorella Cuccarini

Scrive infatti: «…La contrarietà al ddl Zan contro la omotransofobia te la puoi aspettare dai partiti di destra, dal mondo cattolico e da quel movimento del Family Day che vuole riportare indietro le lancette dell’orologio ai tempi dell’oscurantismo e dell’inquisizione. Ma da un personaggio che con il mondo gay ha “flirtato”, “ha campato”, ci ha lavorato e ci lavora, e al quale deve una parte importante del proprio successo, proprio no». Heather Parisi riprende anche un commento da una delle sue fan, che si chiede appunto come mai Lorella Cuccarini, un tempo molto amata nel mondo gay, abbia sposato posizioni così ostili contro la comunità Lgbt+.

L’esperienza personale

Heather Parisi

E ancora, per difendere la legge Zan, Heather Parisi racconta un episodio accaduto a lei. «Una volta, a 16 anni, sono tornata a Sacramento da San Francisco dove studiavo al San Francisco Ballet Company e dove frequentavo la comunità gay di Polk Street. Una sera, con alcuni amici gay, uscivo da un locale e passeggiavo sull’argine dell’American River. Un gruppo di vecchi compagni di scuola si è avvicinato a noi e ha iniziato a insultare pesantemente i miei amici per loro omosessualità urlando “Faggots” (froci) e a me “Dyke” (lesbica). Mi sono girata e ho risposto: “And if I were?” (e se lo fossi?). È stato in quel momento che senza nemmeno che riuscissi a rendermene conto sono stata scaraventata a terra da un pugno diretto al viso. Ho avuto lividi ovunque per giorni e un labbro spaccato».

Perché anche per Heather è necessaria la Legge Zan

E continua, ancora: «In Italia nell’ultimo anno ci sono stati oltre 138 casi di omotransfobia. Ma quelli denunciati o di cui si è conoscenza, rappresentano solo una piccola parte di quelli che accadono nella realtà». La celebre ballerina, dunque, cita i dati del progetto Hate Crimes No More Italy, e ricorda ancora: «Sono venticinque anni che in Italia si discute di una legge contro l’omotransfobia. Il primo a proporla fu Nichi Vendola nel 1996». Quindi Heather Parisi, tornando ancora sui dati della violenza, citando l’European LGBTI Survey 2020 dell’Agenzia dell’Unione Europea, ricorda: «Ed è qui che sta l’errore, continuare a pensare che la condizione umana debba essere necessariamente fatta di “divisioni” e “differenze”». La ballerina chiude la sua riflessione citando Imagine di John Lennon, e sognando «un mondo che includa invece di escludere».

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