I film queer di Venezia 78, da Almodóvar a Matarrese

di Chiara Zanini

Sono dieci i film con personaggi queer presenti nelle diverse sezioni che compongono la 78esima Mostra del Cinema di Venezia che inizia oggi. E il festival più importante d’Italia prevede anche un premio queer, il Queer Lion, che fu proposto dal giornalista e critico cinematografico Daniel N. Casagrande quando già da tempo il festival di Berlino aveva il suo Teddy Bear Award. In accordo con il direttore dell’epoca Marco Müller venne quindi istituito nel 2007 un riconoscimento collaterale “per il Miglior Film con Tematiche Omosessuali & Queer Culture”. A designarlo quest’anno è una giuria formata da tre professioniste: Ilaria Feole, Antonella Benanzato e Angelica Lorenzon.

Film di noti autori in concorso a Venezia

Il sito dedicato al Queer Lion permette di rintracciare le presenze queer alla Mostra, e il palmares è un’occasione per ricostruire il loro lascito. Lo scorso anno ha trionfato The World To Come di Mona Fastvold, una storia ambientata a metà Ottocento in cui due donne – interpretate da Katherine Waterston e Vanessa Kirby – si scoprono innamorate. È prodotto da Christine Vachon, cui dobbiamo molti film di registi quali Todd Haynes, Larry Clark, Gregg Araki, John Cameron Mitchell, Tom Kalin, Rose Troche e altri ancora che hanno contaminato il nostro immaginario ma sono riusciti imporsi anche al di fuori della nicchia.

Quest’anno si contendono il premio film di autori arcinoti come Pedro Almodóvar e Jane Campion, registi che giocano in casa come Roberto Andò, Laura Bispuri, Silvia Brunelli, Alessandro Gassmann e Gianluca Matarrese, e cineasti non ancora consacrati in Italia quali Joaquín del Paso, Aly Muritiba, Gastón Duprat e Mariano Cohn.

La dernière séance di Matarrese

Una scena de La dernière séance

Il film più originale, almeno sulla carta, pare essere La dernière séance di Matarrese (film di chiusura della Settimana della Critica), in cui il regista racconta in prima persona il rapporto che intrattiene con Bernard, il master di cui lui, più giovane, è lo slave. Bernard è un uomo di 63 anni che sta traslocando in una nuova casa e la preparazione degli scatoloni lo porta a far affiorare i ricordi di una vita in cui molto hanno contato la famiglia adottiva che lo ha respinto e l’epidemia di AIDS negli anni Ottanta. Dopo la proiezione veneziana Matarrese, torinese residente a Parigi, volerà a Palermo per presentare il film anche al pubblico del Sicilia Queer Film Fest insieme allo sceneggiatore Nico Morabito.

I titoli in corsa al Festival di Venezia

Di seguito i titoli in corsa per il leone queer e le relative sinossi. Gli orari di tutte le proiezioni previste sono al link del Queer Lion.

The Power of the Dog di Jane Campion (Nuova Zelanda, Australia, 125’)

Anni ’20, al centro della storia la coppia dei ricchi fratelli Burbank, Phil e George, proprietari di un ranch in Montana che domina la vallata. I due sono molto diversi: Phil è un uomo brillante ma crudele, con un atteggiamento prepotente e violento, mentre George è una persona testarda e puntigliosa, ma sempre gentile. Quando George sposa in segreto la vedova Rose, Phil non accetta la cosa e inizia una guerra spietata contro la donna usando suo figlio Peter come pedina.

sezione: Venezia 78

Competencia oficial di Gastón Duprat, Mariano Cohn (Spagna, Argentina, 114’)

In cerca di prestigio, un miliardario decide di finanziare un film che lasci il segno. Per farlo, ingaggia la rinomata regista Lola Cuevas, che però si trova da subito a dover gestire gli ego opposti dei due protagonisti, la star hollywoodiana Félix e l’attore di teatro “impegnato” Iván. Per riuscirci, si inventa una serie di eccentriche prove che i due dovranno superare.

sezione: Venezia 78

Madres paralelas di Pedro Almodóvar (Spagna, 120’)

Venezia

Almodovar, durante le riprese del suo film

Due donne madrilene, entrambe single e rimaste incinte per errore, si trovano a partorire lo stesso giorno nel medesimo ospedale: Janis, di mezza età, consola la più giovane Ana, spaventata per il futuro, e le parole che scambia con lei in quelle ore in un anonimo corridoio d’ospedale finiranno per cambiare la vita di entrambe in maniera inaspettata.

sezione: Venezia 78

Il bambino nascosto di Roberto Andò (Italia, Francia, 110’)

Gabriele Santoro vive in un quartiere popolare di Napoli ed è titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella. Silenzioso, colto, solitario, il maestro di piano è uomo di passioni nascoste, segrete. Una mattina un bambino di dieci anni si insinua nel suo appartamento e vi si nasconde. Scoprirà presto che il bambino è figlio di un camorrista e che, come accade a chi ha dovuto negare la propria infanzia, Ciro ignora l’alfabeto dei sentimenti.

sezione: Fuori Concorso

Il paradiso del pavone di Laura Bispuri (Italia, Germania, 89’)

In un giorno d’inverno, Nena riunisce la famiglia per festeggiare il suo compleanno. Il paradiso del pavone è un piccolo viaggio nell’intimità e nell’autenticità degli esseri umani: un film su una famiglia allargata in cui tutti si parlano ma nessuno si ascolta davvero. Finché un evento inaspettato costringe i protagonisti a guardarsi negli occhi e a svelarsi per ciò che sono.

sezione: Orizzonti

El hoyo en la cerca di Joaquín del Paso (Messico, Polonia, 100’)

Come ogni anno l’istituto scolastico Los Pinos, una scuola prestigiosa di tipo confessionale, manda i suoi ragazzi in ritiro in campagna. Sotto l’occhio attento di insegnanti e preti, i ragazzi vengono condotti sul cammino del loro sviluppo fisico e morale. Attraverso lo sguardo di diversi adolescenti di classe media e privilegiata, il film mostra il modo in cui la loro educazione influisce sul futuro della società stessa.

sezione: Orizzonti

La santa piccola di Silvia Brunelli (Italia, 97’)

Una scena de La santa piccola

Il film racconta di Mario e Lino, due amici, nati e cresciuti nella Sanità, due diciottenni mai usciti da quella micro-realtà. Hanno una vita monotona, finché la sorella di uno di loro convince le persone del posto di aver compiuto un miracolo e comincia ad essere venerata come una Madonna. Le sorti della sua famiglia cambiano ed entrambi i ragazzi scoprono di essere diversi da quello che pensavano: Mario si rende conto di essere omosessuale e innamorato di Lino, che, invece, non se ne accorge, e, anzi, cerca di fuggire dalla routine della sua vita.

sezione: Biennale College

Deserto Particular di Aly Muritiba (Brasile, Portogallo, 120’)

Un solitario poliziotto di quarant’anni vive nel ricco sud del Brasile. Il suo cuore batte per una donna conosciuta su Internet. I due hanno una relazione continua e sempre più profonda malgrado non si siano mai visti dal vivo. Un giorno la donna scompare dal web e lui decide di partire per Bahia per andare a cercarla. Giunto a destinazione scoprirà che la donna che ama è in realtà un uomo.

sezione: 18. Giornate degli Autori

Il silenzio grande di Alessandro Gassmann (Italia, Polonia, 106’)

Villa Primic, un tempo lussuosa dimora, ora scricchiolante magione che sembra uscita da un racconto di fantasmi, è stata messa in vendita. Una decisione dolorosa, presa dalla signora Primic, Rose, e condivisa dai due eredi della fortuna dilapidata della famiglia, Massimiliano (protagonista di un coming out davvero toccante) e Adele: l’unico che non è affatto contento è il capofamiglia, Valerio, che scoprirà di non aver mai davvero conosciuto i suoi cari e, forse, nemmeno se stesso, fino a raggiungere l’amara consapevolezza che vivere non significa essere vivi.

sezione: 18. Giornate degli Autori

Il regista Matarrese, promessa al festival di Venezia

La dernière séance di Gianluca Matarrese (Italia, Francia, 100’)

Bernard è appena andato in pensione. Ha 63 anni, vive solo con le sue due gatte e decide di traslocare in una nuova casa, quella in cui vivrà l’ultimo capitolo del romanzo della sua vita. Preparando gli scatoloni, inizia a fare una selezione: cosa lascio qui, cosa porto? Bernard è il mio master e io sono il suo slave. Il suo ultimo amante. Lo aiuto a mettere a posto la frusta in uno scatolone, tra le briciole della sua memoria, i ricordi degli amori che l’AIDS gli ha strappato dalle braccia, le tracce di una famiglia adottiva che l’ha respinto, dell’educazione rigida che l’ha forgiato, di una madre e di un padre che non ha mai conosciuto. I nostri giochi sessuali sono le occasioni di incontro di due generazioni: tra un colpo di frusta e un harness di cuoio discutiamo di amore, di morte, dell’epidemia di AIDS negli anni Ottanta, del suo nuovo progetto di vita, di noi. Le ferite e il corredo funerario di un sopravvissuto, un grido di vita alla luce delle pulsioni sessuali.

sezione: 36. Settimana Internazionale della Critica

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