Famiglie arcobaleno sotto attacco, ma le piazze italiane non si fermano

Risuona ancora il successo della piazza di Milano, a difesa delle famiglie arcobaleno dopo di attacchi dell’estrema destra al governo. E, al tempo stesso, altre piazze si stanno organizzando da nord a sud dell’Italia. Per dire no al disegno discriminatorio della maggioranza e delle forze che la compongono. Dalle isole maggiori fino alla pianura padana, molte le realtà che si stanno organizzando per dar voce a quelle madri lesbiche e a quei padri gay. Che rischiano di veder cancellate le trascrizioni degli atti di nascita dei loro figli e figlie. Piazze organizzate in difesa di bambini, presi di mira dall’esecutivo di Giorgia Meloni.

La piazza di Catania e della Sicilia Orientale

Tra le prime convocate per portare il proprio sostegno, c’è proprio Catania, che ha raggruppato diverse associazioni di tutta la Sicilia orientale e centrale. Dai vari circoli territoriali di Arcigay, a Famiglie Arcobaleno, da Stonewall Siracusa, da Agedo Ragusa a Figl* delle stelle di Caltanissetta, numerose sigle – oltre ai comitati pride delle maggiori città della costa orientale – la voce è unanime. Per condannare l’atto di aggressione da parte del governo: «Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie» recita anche nel capoluogo etneo lo slogan della piazza milanese. L’appuntamento è per sabato 25 marzo, nella centrale piazza Stesicoro, a partire dalle ore 17:30.

La manifestazione a Palermo

Sempre nell’isola, anche Palermo scende in piazza per unirsi alla protesta. «Per protestare contro gli atti del Governo che provano a cancellare l’esistenza di tante bambine e bambini, figlie e figli di famiglie omogenitoriali» leggiamo nel comunicato sulla pagina del Palermo Pride. «Atti violenti, ideologici, che mettono le mani su bambine e bambini e sulle loro vite». Parole durissime dal movimento palermitano. «Non arretreremo di un centimetro, di fronte a un Governo che non solo ostacola le famiglie arcobaleno, ma viola costantemente il superiore interesse delle e dei minori, provando a privarle/i delle loro famiglie». Lo slogan è “Non ci cancellerete, giù le mani dallÉ™ nostrÉ™ figliÉ™” ed è previsto, sempre il 25 marzo, a Piazza Pretoria alle ore 17:00.

A Napoli “E figl so’ piezz’ ‘e core”

Risalendo verso nord, anche Napoli si mobilita. Ricordando che “E figl so’ piezz’ ‘e core”. Così recita lo slogan delle associazioni partenopee, che riprende poi quello di milano: “Giù le mani dai diritti! Il 25 marzo alle 16.30 Flash mob a Napoli in piazza Municipio“. Diverse, anche qui, le associazioni che si riuniscono per i diritti dei bimbi e delle bimbe arcobaleno.

Da Antinoo Arcigay Napoli ad Alfi Napoli Le Maree, da Agedo al Coordinamento Campania Rainbow. «Per ribadire con fermezza che sui diritti non si accettano passi indietro, ma solo in avanti», si legge ancora nel comunicato dell’evento.

Genova insorge: “Atti di violenza contro le famiglie arcobaleno”

«Il governo vuole cancellare le nostre famiglie, ma noi siamo indelebili» è il grido di battaglia del coordinamento Liguria Pride, che scenderà in piazza sempre sabato 25 marzo a Largo Pertini, a Genova, a partire dalle 16:30. Per le associazioni genovesi la nostra comunità sta attraversando uno dei peggiori periodi della sua storia, in Italia, e gli atti compiuti dal governo negli ultimi tempi – di cui offre un excursus – sono «tutti chiari segnali degli obiettivi del governo: ostacolare con violenza i diritti delle famiglie arcobaleno e della comunità LGBTQIA+». Per questo invita la cittadinanza a partecipare numerosa alla manifestazione in programma.

La manifestazione di Parma

E ancora, sempre al nord, abbiamo anche Parma. «Sabato 25 marzo 2023 alle ore 16.30 si terrà in Piazza Garibaldi un sit-in organizzato dalle Associazioni del Centro Antidiscriminazione “Un Arcobaleno per Parma”» leggiamo nel comunicato dell’evento «contro lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali e a tutela dei diritti della comunità LGBTQIA+». Il titolo dell’iniziativa è molto chiaro: “I nostri diritti non verranno calpestati in silenzio”.

L’Italia, insomma, si sta muovendo. Di certo quella che crede nell’uguaglianza tra tutti i cittadini e le cittadine. E di certo quella che non fa differenza tra figli di serie A e figli di serie B, come pretende di imporre il governo di Giorgia Meloni.

(l’elenco è in aggiornamento)

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