L’Agender 2026 per la Palestina

Come sa chi ci conosce e ci segue da tempo, a questo punto dell’anno scatta un momento per noi irrinunciabile: quello dell’Agender! Nata insieme a Gaypost.it, l’Agender è più che un’agenda per l’anno che arriva. E’ un piccolo manifesto, già dal nome. E lo è anche perché, ogni anno, scegliamo un tema che sia strettamente collegato alla comunità LGBTQIA+ o che riteniamo debba comunque interessarci in un’ottica intersezionale com’è il nostro progetto.

Agender per la Palestina


Quest’anno il tema non poteva che essere la Palestina e per questo abbiamo deciso di devolvere una parte del ricavato delle Agender ad una ong che da decenni lavora in Palestina: ACS. Il genocidio a Gaza, l’occupazione sempre più soffocante dei territori della Cisgiordania, il tentativo di cancellare un intero popolo, la sua cultura, la sua storia sono la prova di un’intenzione che va ben oltre la difesa di Israele dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. E’ stato evidente fin da subito a chi non ha ceduto alla lettura strumentale che voleva in quel fatto terribile “l’inizio di tutto”.
Siamo scesi nelle piazze, le abbiamo riempite in un modo che non si vedeva da molto tempo, in questo Paese, rifuggendo la semplificazione per cui le persone LGBTQIA+ sono perseguitate nei paesi guidati da forze che si ispirano all’estremismo religioso, islamico in questo caso. Battersi per la Palestina, secondo alcuni, equivaleva a battersi per chi le persone queer le lancia dai tetti dei palazzi. E buona parte delle volte, chi ha sostenuto quella tesi non solo non ha alcun interesse a tutelare le persone queer, ma ne è stato spesso il peggior nemico.

No pride in genocide


La faremo semplice: se stermini un popolo intero, non ci sarà più nessuno spazio per le rivendicazioni della comunità LGBTQIA+ che fa parte di quel popolo, come non ci sarà per le donne o per qualsiasi altra categoria discriminata.
Quel diritto all’autodeterminazione che tanto rivendichiamo in questa parte di mondo per le persone queer, per le donne, per le persone con disabilità, non può non passare dall’autodeterminazione di un intero popolo. Chi compie un genocidio, lo compie ai danni di tutte e tutti, senza distinzione di classe, di genere, di orientamento sessuale, di identità di genere, di religione. Come può la comunità queer battersi per la propria autodeterminazione se il popolo a cui appartiene viene cancellato?

Perché abbiamo scelto Acs

Quindi sì, quel “no pride in genocide” che ha marciato in diversi pride di quest’anno, è anche nostro. E per questo ci siamo chiesti cosa potessimo fare, oltre a dissociarci con i nostri corpi nelle piazze, dalla complicità dei nostri governi con quello che accade nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Supportare chi quei luoghi li conosce bene, ci lavora da molto tempo, porta avanti progetti concreti come GazaWeb” che ha permesso alle persone di Gaza di restare connesse per raccontare cosa accadeva e rimanere in contatto tra loro anche quando l’esercito israeliano tagliava la rete internet. Come “Olivi Cultura di pace” che monitora e compensa gli attacchi ai terreni agricoltori in Palestina. Attiviste e attivisti di Acs hanno viaggiato in barche di assistenza legale e medica alla Global Sumud Flotilla e della Freedom Flotilla che è venuta subito dopo. Insomma, pensiamo che dare il nostro e il vostro contributo ad ACS sia un modo per rispondere alla fatidica domanda: “Noi cosa possiamo fare?”.
Quindi, comprate le Agender 2026, regalatele, consigliatele. Quest’anno è ancora più importante!

Come prenotare la Agender 2026 per la Palestina

Le trovate qui. Potete preordinarle entro il 9 novembre a un prezzo promozionale: è il nostro blackfriday in anticipo! Le prime spedizioni partiranno entro il 17 novembre prossimo, perfettamente in tempo per i primi regali di Natale. Tutti i dettagli al link dedicato.
Accorrete, gender!

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