“Acqua di frogi”: il video omofobo del candidato anconetano alla segreteria del Pd

Non c’è pace per il Pd, da qualche tempo a questa parte. Tra scivoloni social (“Aiutiamoli a casa loro”, ricordate?) alle imbarazzanti dichiarazioni del consigliere di Ancona (poi espulso) che se fosse stato il padre di Mario Placanica gli avrebbe suggerito di prendere meglio la mira contro Carlo Giuliani (parole sue), passando per il criticatissimo “dipartimento mamme” e le dichiarazioni della componente della segreteria che vuole “conservare la razza” italiana, l’imbarazzo dentro il partito di Renzi proprio non riesce ad andare in vacanza.

acqua_di_frogio_video_pd2Se i giovani sono il futuro…

L’ultimo episodio riguarda Fabio Ragni, giovanissimo candidato renziano alla segreteria del Pd di Ancona. Ragni pare abbia la passione per la regia e, nonostante l’età, un senso dell’umorismo d’altri tempi, degno dei peggiori film di serie b degli anni ’70. Quello, per intenderci, che una cultura di sinistra ormai da tempo dovrebbe rifiutare perché palesemente omofobo. E così, Ragni ha realizzato un video e lo ha pubblicato sul suo profilo Facebook, per poi toglierlo travolto dalle polemiche.

Il “divertente” video di Ragni

Ma si sa: quello che finisce sul web, difficilmente si può cancellare del tutto. Gaypost.it infatti, è venuto in possesso del video ed ha deciso di riproporvelo in esclusiva. Perché, sebbene Ragni l’abbia cancellato, non si tratta di un meme stupido condiviso con leggerezza, ma di un video che ha richiesto una certa elaborazione, un lavoro di scrittura dei testi, dei dialoghi, di scelta dei costumi: insomma un indice ben preciso di come la pensi Ragni sulle persone omosessuali. Ecco il video.

 

Imbarazzantemente omofobo e sessista

Difficile decidere da dove cominciare nell’analisi della clip. Se dalla scelta del titolo, “Acqua di frogio”, dalla rappresentazione dell’accettazione del proprio essere omosessuali che passa da affermazioni come “da oggi sono un’altra donna” (forse non sapete che i gay sono “donne mancate”), dalla reiterazione dei vecchi, stantii stereotipi come quello per cui un gay si riconosce da come si veste o dal protagonista che “diventa gay” spruzzandosi il profumo. Ma paradossalmente, il peggio arriva nel backstage, addirittura più lungo del video stesso. Nei titoli di coda si legge che il video “non vuole offendere nessuno”, obiettivo evidentemente mancato e anche grossolanamente. E mentre scorrono i nomi dei partecipanti alla clip, gli “attori” parlano in libertà. Uno di loro ammette che non è stato facile “all’inizio mi avevano chiesto di fare la donna“, cioè il ruolo del ragazzo gay (sic!) ma “ho ancora un briciolo di dignità da proteggere e ho preferito fare l’uomo”.

acqua_di_frogio_video_pd1Donne, gay e dignità

Interpretare un gay o una donna, dunque, mina la dignità di chi lo fa. Figuriamoci esserlo! Un altro spiega, dopo un braccio attorno alle spalle del primo: “no, no, aspetta: detta così pare che poi siamo frogi per davvero… che m’abbraccia… dichiariamoci: sono etero! Luca… non lo so”. Segue finta schiarita di voce di Luca. Perché sia mai che poi qualcuno pensa davvero che qualcuno, lì, in quella casa di studenti al loro ultimo anno di convivenza, sia davvero gay! Che vergogna sarebbe?

Macho come noi

Intanto, a sinistra continuano a scorrere i titoli di coda: “Con il patrocinio di Arcifrogi”. E poi: “Con la collaborazione di: sarò brutto, sarò racchio, ma ciò il cazzo che è n’abbacchio“.
E ancora: “Nel seguente video (che in realtà è già finito, ma capite da soli che è l’ultimo dei problemi. ndr) non sono state maltrattate ragazze da Luca“, come si scrive di solito quando nei film compaiono animali e si vuole rassicurare gli spettatori sul rispetto riservato loro durante le riprese. Più che titoli di coda sembra l’almanacco dell’idiozia del macho anni ’80 da caserma. Tutti e tre gli “attori” concordano su quanto sia stato divertente girare il corto. Peccato che non ci sia stato il giusto riscontro del pubblico. O forse sì, dato che Ragni ha ritenuto di doverlo togliere da Facebook. E se ci siamo, giustamente, indignati, per le battute transfobiche dello spettacolo di Grillo, perché lo stesso non dovrebbe succedere con questo corto?

Che il video sia stato tolto o no, rimane un interrogativo che da tempo aleggia tra i potenziali ex elettori del Pd: ma come viene selezionata la futura classe dirigente nel partito dell’ex premier? Con le raccolte punti del discount? O forse, dato il periodo, ai saldi di fine stagione? 

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