Ha preso spunto dalle università italiane, l’Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti), per attivare l’identità “alias” tra i suoi tesserati e le sue tesserate che stanno seguendo il percorso di transizione per il cambio di sesso. Lo annuncia la stessa organizzazione che spiega di aver volto fare “qualcosa di concreto: accogliere e riconoscere le persone LGBTIQ, anche attraverso il tesseramento”.
“Ai fini del tesseramento Uisp – si legge in una nota dell’associazione -, le persone che avranno avviato un percorso di riassegnazione del sesso potranno comunque iscriversi all’Uisp con l’identità “di elezione”, senza attendere l’esito del lungo iter giudiziale di rettificazione degli atti anagrafici. Il nome sarà utilizzabile nello svolgimento delle attività dell’Uisp e garantirà comunque tutte le coperture assicurative previste per gli associati Uisp. La richiesta di attivazione della identità “Alias” potrà essere rivolta ai Comitati territoriali”.
Le persone trans che intendono partecipare alle attività dell’associazione e tesserarsi, dunque, potranno farlo usando il loro nome di elezione e non quello assegnato alla nascita.
“Da tempo l’Uisp è impegnata per il riconoscimento dei Diritti delle persone LGBTIQ – fa sapere l’organizzazione -. Attraverso seminari, convegni, momenti di formazione l’associazione ha avviato un attento percorso di crescita e di attenzione verso le persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Intersessuali e Queer. È in uno di questi appuntamenti che, nel maggio scorso, è stata affrontata una specifica riflessione sulla transessualità, in merito ai problemi che le persone transessuali riscontrano nello svolgimento delle attività sportive. Sono problemi e difficoltà molteplici che vivono sulla propria pelle, a partire dall’accettazione da parte di coloro con cui si allenano e giocano. Al centro c’è il tema dell’accettazione di un corpo che sta cambiando ed assume le caratteristiche dell’altro sesso. Sono persone che hanno bisogno di una specifica attenzione nell’ambito sportivo, di spazi adeguati negli impianti, di essere riconosciute ed accolte”.
Da qui è partito il percorso che ha portato l’associazione ad attivare l’identità “alias” per le persone trans. Un percorso fatto insieme ad alcune associazioni tra cui ASD Bugs di Bologna e il gruppo TRANS di Bologna.
“Si tratta di un ulteriore esempio di come lo sport sociale possa contribuire ad allargare il campo dei diritti di tutti – spiega il presidente nazionale Uisp, Vincenzo Manco -. Significa non solo poter garantire il diritto alla pratica sportiva, ma al riconoscimento dell’identità personale di ciascuno. Ogni persona è unica e diversa e crediamo sia importante affermare tale unicità”.
“Questo risultato è stato possibile grazie ad un percorso di conoscenza e di rispetto che stiamo facendo da tempo all’interno della nostra associazione, insieme alle Università, e relativo alle tematiche, ai problemi e ai diritti degli sportivi transessuali – conclude Manco – ciò anche grazie all’impegno che più soggetti hanno messo in campo, come l’associazione Rete Lenford – Avvocatura per i Diritti delle persone LGBTI e alla disponibilità del broker assicurativo Marsh”.
“Abbiamo cercato di stare al fianco degli sportivi e delle sportive transessuali per contribuire a rendere visibili le contraddizioni di tipo giuridico e amministrativo che sono costrette ad affrontare – dice Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp-. Lo abbiamo fatto grazie alla sollecitazione di alcune nostre basi associative come ASD Bugs di Bologna e il gruppo TRANS di Bologna che hanno avviato questo percorso con noi. Ringraziamo della collaborazione anche il Comune di Bologna, il Comune di Torino e la Rete READY”.
Per ottenere l’identità “alias”, le persone trans già tesserate o che intendano tesserarsi presso Uisp, dovranno fornire una documentazione che dimostri che è in corso l’iter della transizione.
Inoltre, Uisp fa sapere che il 7 e l’8 ottobre prossimi terrà a Torino il seminario nazionale diretto ad operatori ed educatori dal titolo “Formarsi per affermare i diritti delle persone Lgbtiq nello sport”. Si tratta di un modulo formativo messo a punto con il Centro SiNapsi e l’Università Federico II di Napoli e organizzato in collaborazione con Torino Pride.
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