Un corposo comunicato stampa, in cui si esalta l’attività del comune contro ogni discriminazione, ma che si conclude con quello che a voce sarebbe stato un: “ho tanti amici gay, ma…”. Così l’amministrazione cittadina di Cosenza rifiuta il patrocinio al Pride che si svolgerà in città il prossimo 1 luglio.
In una nota stampa diffusa ieri, si legge che “siamo sostenitori della cultura della tolleranza e della non discriminazione. Continuiamo a ritenere che il consolidamento di una cultura non-sessista passi attraverso il rispetto del vissuto di appartenenza ad un genere o all’altro, o ad entrambi”. Una buona premessa, dopo aver ricordato che il comune ha sostenuto le battaglie anche “consegnando all’Arci Gay di Cosenza dei locali all’interno della Casa delle Culture perché ne facessero la loro sede d’incontro, di discussione e di partecipazione”.
Ma è a questo punto che arriva il diniego. “Non ci convince però la spettacolarizzazione della preferenza sessuale spesso ostentata attraverso modalità stereotipate e conformistiche – si legge ancora nella nota -. Il nostro Gay Pride ricorre 365 giorni all’anno”. “Per questi motivi – continua il comunicato -e soprattutto per rispetto alle perplessità rappresentateci, in tal senso, da gran parte dei tanti amici gay che vivono con serenità la propria quotidianità sessuale in una città aperta e tollerante quale è Cosenza, preferiamo come Ente Locale non patrocinare l’iniziativa del Gay Pride.
Insomma, per non essere “paradigmatici e conservatori”, bisognerebbe rinunciare alla parata che, per eccellenza, rappresenta proprio la messa in discussione di schemi comportamentali ritenuti accettabili e “normali” dalla maggioranza delle persone. Paradossalmente, parafrasando lo stesso comunicato del comune.
“Cosenza è una città laboratorio di innovazione non di conservazione – prosegue ancora la nota -. Per noi e per la comunità cosentina è naturale concepire la coesistenza di persone che sono uguali in ogni loro sfaccettatura.
È un passaggio fondamentale per comprendere come la parità di diritti e doveri sia scolpita nella cultura di una città che non va a sindacare negli orientamenti sessuali individuali”.
“Diamo il benvenuto agli amici gay che parteciperanno alle diverse manifestazioni previste in città – conclude – e restiamo disponibili per condividere e patrocinare altri eventi che promuovano i concetti di tolleranza e di lotta ad ogni discriminazione”. Altri eventi, ma non il Pride.
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