Una sentenza storica, che porta un avanzamento importante nella vita di migliaia di coppie di donne. Per la Corte Costituzionale, infatti, va contro la Costituzione impedire che la madre intenzionale possa essere riconosciuta come madre del proprio figlio già alla nascita. Questo anche se il bambino o la bambina nasce in Italia da Pma all’estero. La palla adesso dovrebbe passare al Parlamento per una legge in merito. E qui sappiamo, con la maggioranza attuale, che tutto si complica. Ma di sicuro la sentenza della Corte costituisce un importante passo avanti contro la discriminazione dell’omogenitorialità, seppur solo femminile.
La soddisfazione delle associazioni
Ad annunciarlo, oggi, Rete Lenford che con Vincenzo Miri aveva lanciato la campagna Affermazione costituzionale nel giugno di due anni fa. E annuncia che tra qualche giorno fornirà i dovuti aggiornamenti a seguito della lettura della sentenza.
Anche le altre associazioni, intanto, esultano. «Accogliamo con grande gioia e soddisfazione questa storica sentenza» dichiara Famiglie Arcobaleno, per voce della presidente Alessia Crocini: «Questa è una vittoria storica per noi, così come per ogni famiglia omogenitoriale in Italia. Perché cancella una enorme disparità che subivano in Italia i figli e le figlie con due madri a cui veniva negata l’esistenza di un genitore. In un momento in cui i diritti LGBTQIA+ sono sotto attacco nel nostro Paese, questa sentenza rappresenta una luce di speranza e un richiamo alla politica affinché prenda finalmente atto che i nostri figli e figlie esistono e meritano gli stessi diritti».