Sabato pomeriggio Pavia ha ospitato per la terza volta la manifestazione dell’orgoglio lgbt. Da Piazzale Ghinaglia, dove ha avuto luogo il concentramento, migliaia di manifestanti hanno attraversato la città fino a raggiungere Piazza della Vittoria.
Non sono mancate le polemiche. Nelle stesse ore, uno sparuto gruppo di matrice cattolica ha organizzato una preghiera di “riparazione” al fine “di riparare -dichiarano gli organizzatori- il pubblico scandalo e l’apologia dell’omosessualismo offerti dal PaviaPride”. Niente in confronto alle 3.000 persone che Arcigay Pavia “Coming-Aut” ha salutato dal palco.
Il Pavia Pride ha portato alla ribalta tante piccole storie: storie comuni, storie stravaganti, storie di quotidianità. Sul palco è salito Cesare che ha racccontato dei suoi 39 anni assieme Loris, di quando alla morte del suo amore venne apostrofato come il “cugino”. Sul palco c’era Marley, nigeriano, rifugiato politico: non sa se il suo ragazzo è ancora vivo, ma vede nel Pavia Pride una famiglia.
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