Un tentativo di suicidio, per fortuna non arrivato alle estreme conseguenze. È successo a Sesto San Giovanni, la sera del 6 luglio. Un ventiquattrenne ha minacciato di lanciarsi da un’impalcatura di un palazzo in costruzione, dopo aver mandato un messaggio ad un’amica. La ragione di questo atto disperato: l’omofobia. Il giovane, infatti, non ne poteva più dei continui insulti con cui veniva continuamente perseguitato.
Poco prima di salire sulla struttura, il ragazzo aveva avvisato un’amica, informandola delle sue intenzioni. Lei ha così chiamato le forze dell’ordine che sono intervenute. I carabinieri, «approfittando di una piccola distrazione, sono riusciti a metterlo in salvo». Il giovane, si apprende ancora, «successivamente, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale civile di Sesto San Giovanni per accertamenti».
Questa vicenda è andata bene, alla fine. Ma «molte, troppe volte però non è stato così. E le vessazioni, le violenze, le discriminazioni hanno avuto la meglio sullo spirito di sopravvivenza di un numero altissimo di persone #lgbt, soprattutto tra i più giovani» commenta così sulla sua pagina Alessandro Zan. Che ricorda: «Dobbiamo scrivere pagine nuove di inclusione, speranza e solidarietà. È un obbligo della politica, che le Madri e i Padri Costituenti hanno consegnato nella Costituzione».
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