La Grecia ha il suo ministro dichiaratamente omosessuale: si tratta di Nicholas Yatromanolakis, che va alla Cultura. È la prima volta nella storia del paese che il titolare di un dicastero sia apertamente gay. Svolta che, sebbene salutata con favore dalla comunità Lgbt+ ellenica, va in controtendenza rispetto alla natura del nuovo esecutivo. Si tratta infatti del «secondo rimpasto in cinque mesi nel governo greco guidato dal premier Kyriakos Mitsotakis» del partito di destra Nea Democratia.
Tale rimpasto «per gli analisti è una decisa svolta conservatrice in vista di possibili elezioni anticipate rispetto a quelle previste nel 2023» riporta l’Ansa. «Il nuovo ministro dell’Interno è Makis Voridis, fondatore negli Anni 90 di un partito ultranazionalista affiliato col Fronte Nazionale francese». Voridis è stato recentemente «costretto a negare di essere antisemita, dopo esser stato accusato di aver un “oscuro passato” da un esponente della comunità ebraica greca». E non solo. «Al viceministero per le migrazioni arriva invece Sofia Voultepsi, che nel 2014 definì i migranti “invasori disarmati”».
In una compagine così di destra, risulta singolare l’ingresso di un ministro dichiaratamente gay. Eppure, «il neo ministro della cultura ha sempre battagliato in favore dei diritti Lgbt+ per tutta la propria carriera politica» riporta Spyit.it. Tanto che «la sua nomina è stata applaudita, in quanto vittoria per la visibilità Lgbt+ anche in ambito politico». Bisognerà capire adesso come si armonizzeranno le battaglie di Nicholas Yatromanolakis in un esecutivo che ricorda, per la sua composizione, le destre radicali europee. Tradizionalmente poco Lgbt-friendly.
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