Grecia. Dal 9 maggio le coppie omosessuali potranno avere bambini in affido. Certo, le adozioni sono ancora off-limits e questa possibilità è aperta solo alle coppie unite civilmente, ma resta comunque una decisione spartiacque.
Il primo ministro greco, Alexis Tsipras ha accolto con soddisfazione l’esisto del voto del 9 maggio: 161 voti a favore e 103 contrari. Il suo partito, Syriza, è stato tra i sostenitori di questa nuova legge, nonostante l’opposizione di molti esponenti degli Indipendenti Greci, partito di destra interno alla coalizione.
In Europa la Grecia è stata a lungo fanalino di coda per i diritti delle persone Lgbt+, ma negli ultimi tre anni ha conosciuto un periodo particolarmente favorevole.
Le parole di Alexis Tsipras del 2015, all’indomani del voto che ha promulgato la legge sulle unioni civili, hanno avuto il sapore di una scusa ufficiale: “Con l’approvazione della legge sulle unioni civili si chiude un ciclo di arretratezza e vergogna per la Grecia”.
E non solo. “La Grecia è rimasta in una condizione di rifiuto e marginalizzazione di una grossa parte dei nostri concittadini, concittadini ai quali era vietato vivere insieme ai loro partner e di godere dei diritti fondamentali”, ha proseguito Tsipras davanti al Parlamento.
Proprio per questi motivi la Grecia era stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti Umani.
Da allora sono stati fatti significati passi avanti, in primis la legge che ha esteso la parità di diritti sul posto di lavoro indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
Con la promulgazione della legge che rimuove l’obbligo della sterilizzazione delle persone trans per potersi riconoscere legalmente la riassegnazione del genere, la Grecia ha fatto un sostanziale passo avanti rispetto al nostro paese: questo riconoscimento, in Italia, è ancora affidato alla discrezionalità del giudice.
La legge apre la possibilità di intraprendere il processo per la riassegnazione e il riconoscimento legale del genere a tutti maggiori di 17 anni e per gli/le adolescenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni. In ogni caso non ci si può esimere dall’ottenimento di un certificato da parte di una equipe medica.
C’è un ma. Anzi, due. In prima istanza occorre essere single per poter accedere al processo, eventualità che rischia di costringere alcune coppie ad un divorzio forzato. In seconda battuta la decisione del nullaosta per iniziare il processo deve passare comunque da un giudice.
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