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Contraccezione “contro natura” e Aids malattia degli omosessuali: i surreali articoli del giornalino di un liceo di Bergamo

“Andando contro natura, si muore”. Si intitola così uno degli articoli comparsi tra febbraio e marzo sul giornale del Liceo Secco Suardo di Bergamo. All’interno, una riflessione che parte dalla natura. Secondo chi ha scritto l’articolo, infatti, la natura ci permette volontariamente di fare sesso per procreare e garantire la prosecuzione della specie. Secondo il ragionamento seguito, dunque, fare sesso senza procreare sarebbe contro natura. Quindi lo sarebbe anche l’uso di contraccettivi.

Informazioni sbagliate e contraddittorie

L’articolo si accanisce soprattutto contro la pillola contraccettiva fornendo, tra l’altro, informazioni sbagliate. Chi scrive sostiene, tra l’altro, che “la fecondazione avviene e poi viene uccisa”, quando invece le pillole contraccettive inibiscono l’ovulazione agendo, quindi, ben prima della fecondazione. Ancora, si mette in guardia su “i danni che le pillole provocano a lungo andare al corpo della donna o del’uomo (?) forzando la natura” e si invita, dunque, ad assecondare la natura perché “contrastandola si danneggia il corpo e/o lo si uccide”. Del resto, spiega chi ha scritto l’articolo, se d un rapporto sessuale dovesse arrivare un figlio non desiderato “può darsi che (i due genitori, ndr) cambino idea decidendo di tenere il figlio sfuggito accidentalmente alla pillola, oppure decidono di eliminarlo nuovamente tramite l’aborto”. Quindi la pillola è contro natura, ma l’aborto viene accettato. Se non fosse che in un altro articolo viene assimilato al genocidio.

Gli insulti ad una compagna lesbica

Ma le stranezze, per usare un eufemismo, degli articoli comparsi sul giornale del liceo bergamasco non si fermano alla contraccezione. Una studentessa ha firmato un altro articolo che si intitola: “Lettera aperta dal Secco”. Nella lettera, la ragazza commenta un’altra lettera pubblicata da una sua coetanea lesbica o, meglio, “sedicente lesbica” come scrive la studentessa. Nello scritto, si parla di “propaganda LGBT” e si sostiene che ci sia una forma di lavaggio del cervello che spinge un ragazzo o una ragazza a definirsi omosessuali perché “nasciamo XX o XY, non c’è un gene difettoso che può cambiarlo”. Secondo l’autrice della lettera, chi si definisce gay o lesbica “o non ha una bella storia da raccontare, oppure ha pensato bene di darsi al libero amore, tanto c’è altra gente che fa così.

Avverte, la ragazza, che bisogna stare bene attenti a cosa si va incontro: “lo sapete quali sono le malattie tipiche di chi pratica l’omosessualità, a parte l’Aids…” avvisa. “Siete uomini e donne, non gay e lesbiche – incalza -! Perché sacrificare questa verità, questo naturale equilibrio fisico, questa vita, per un’ideologia fasulla!?”. E via discorrendo di “propaganda gender” ecc.

Non sappiamo, naturalmente, quali classi frequentino coloro che hanno scritto questi interventi sul giornalino della scuola, quindi da che livello di istruzione partano, ma quelle manifestate appaiono lacune gravi per gli studenti di una scuola che promette “una buona preparazione per inserirsi nel settore medico, paramedico e infermieristico”.

La protesta dell’Uds

A rendere pubblici questi scritti è stata l’Unine degli Studenti di Bergamo che ne ha pubblicato una parte sulla propria pagina Facebook accompagnando le immagini degli articoli con una nota.
“Riteniamo inaccettabile che in un liceo statale, nel 2017, sia dato spazio ad idee pericolose e contorte – si legge nella nota -, che colpevolizzano scelte difficili e trasmettono concezioni medioevali, paragonando l’uso di un contraccettivo alla bulimia, in un momento in cui è estremamente necessaria un’educazione sessuale informata e veritiera negli adolescenti”.

“Pensiamo non si possa accettare che in risposta ad una ragazza omosessuale che ringrazia chi le è stato vicino nel percorso di accettazione di sé – continuano ancora i ragazzi dell’Uds -, la si accusi di “essersi fatta abbindolare dalla propaganda gender”, confondendo identità di genere con orientamento sessuale in uno sconnesso calderone di ignoranza ed intolleranza. Come possono essersi sentiti adolescenti alle prese con l’accettazione della propria sessualità, o ragazze che hanno preso la, probabilmente sofferta, decisione di abortire, di fronte a queste parole?”.

Non è la prima volta

Secondo quanto riferisce l’Uds, non è la prima volta che su tale giornalino vengono espresse posizioni discriminatorie nei confronti della diversità, tanto da asserire che “non c’è conciliabilità tra il mondo civile e il mondo islamico”.
L’Uds si chiede come questi contenuti siano potuti sfuggire al controllo del preside che dovrebbe controllare le pubblicazioni della scuola.
“Auspichiamo che in futuro non avvenga più che uno strumento di diffusione culturale tra gli studenti quale è il giornalino venga utilizzato per divulgare falsa informazione, a spese degli studenti, rappresentando una visione distorta della realtà – conclude la nota -; che il dirigente scolastico garantisca, come suo dovere, che tali dichiarazioni non appaiano più nel giornalino e che quindi il liceo e l’intera comunità scolastica ripudino tali dichiarazioni con l’impegno che esse non vengano più pubblicate”.

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