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Cirinnà e Cardinali contro l’emendamento “salva-omofobi”: “Irricevibile, venga ritirato”

“Irricevibile”. Così le senatrici dem Valeria Cardinali e Monica Cirinnà bollano l’emendamento presentato ieri dal loro collega di partito umbro, Andrea Smacchi e che, se approvato, rischia di svilire l’intera legge regionale contro l’omofobia e la transfobia. Le senatrici criticano l’emendamento da due punti di vista: nel merito e nel metodo. “La modifica proposta da Smacchi – scrivono in una nota diffusa poco fa – non solo snaturerebbe il testo della legge ma rischierebbe di garantire, dietro l’alibi del rispetto dell’opinione altrui, atteggiamenti profondamente discriminatori”. E poi la questione di metodo:

Valeria Cardinali

“Sono dieci anni che l’Umbria aspetta una legge di civiltà che tuteli diritti e parità delle persone LGBTI; siamo alla vigilia della discussione in aula di un testo condiviso nel Pd, promesso in campagna elettorale, approvato in commissione, c’è stato tempo e modo per sollevare e discutere eventuali obiezioni”.

Chiamato in causa tutto il Pd

Insomma, Smacchi è fuori tempo massimo, oltre che criticabile per il senso della modifica proposta.
E poi l’affondo, che sposa la tesi che Omphalos aveva sostenuto quando, la settimana scorsa, si rinunciò a discutere la legge in aula: la responsabilità è dell’intero partito.

“È del tutto evidente – continuano le due senatrici – che il problema per questa legge non era solo tecnico, ma si tratta essenzialmente di un problema politico e chiama in causa, per primo, il Partito Democratico. Siamo partito di governo in Italia e in Umbria e ricade sulle nostre spalle la quota maggiore di responsabilità rispetto a un percorso normativo ma prima di tutto culturale che garantisca uguali diritti per tutti”. Per Cardinali e Cirinnà, infine, l’emendamento di Smacchi contraddice lo spirito con cui il Pd ha proposto la legge sulle unioni civili. Per le senatrici è “opportuno che ci si interroghi sul modo in cui nel Pd si fa comunità”.

La richiesta di dichiarare inammissibile l’emendamento

Monica Cirinnà

“Non è tollerabile che si possa pensare di stare in un partito avanzando proposte, come quella del consigliere Smacchi, che ne contraddicono in maniera inequivocabile i valori, gli orientamenti, i propositi (delle unioni civili, ndr) – continua la nota -. Quanto accaduto ci richiama, dunque, a una riflessione necessaria e urgente e ci pone di fronte al dovere di non consentire che l’Umbria, da sempre terra all’avanguardia in tema di diritti, di accoglienza e di inclusione sprofondi nell’oscurantismo”. Infine la richiesta di dichiarare inammissibile l’emendamento o di ritirarlo del tutto.

“Chiediamo che la legge venga approvata velocemente – concludono Cardinali e Cirinnà – e che si valuti l’opportunità di dichiarare inammissibile l’emendamento del consigliere regionale Smacchi o altrimenti che sia lo stesso consigliere ad avere il buon senso di ritirarlo”.

Omphalos si rivolge a Renzi

Intanto, in mattinata, Omphalos aveva fatto sapere che in occasione della visita di Renzi a Perugia domani pomeriggio, “chiederemo al segretario nazionale se il partito che ha in mente intende tutelare le vittime di discriminazione, come già espresso nero su bianco nel documento congressuale a sostegno della sua candidatura, oppure essere il promotore di una legge che avrà il primato in Italia di creare zone franche per il pensiero discriminatorio”.
In conclusione, Omphalos auspica “uno scatto d’orgoglio” da parte del Pd umbro che “l’occasione per portare la legge finalmente a compimento e rispettare un patto stretto prima di tutto con gli elettori e le elettrici della nostra regione”.

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