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Umbria: salta la discussione sulla legge contro l’omofobia e si rischia l’affossamento

Sembrava che finalmente l’Umbria potesse almeno discutere la propria legge contro l’omofobia e la transfobia. Invece non sarà così: la discussione in programma per domani in consiglio regionale non ci sarà. Contrordine, all’ultimo minuto.
La notizia, arrivata poco fa, è stata come una doccia fredda per l’associazione Omphalos di Perugia che ha contribuito alla stesura del testo, ha seguito i lavori per anni e che aveva ottenuto dal Pd la promessa, in campagna elettorale, che l’iter sarebbe stato completato, dopo 10 anni dalla prima versione del disegno di legge. Il testo ora sarà rinviato in commissione.

La presidente dell’Umbria Catiuscia Marini

Un vizio di procedura

Perché? Un vizio procedurale sollevato dal consigliere della minoranza destra e ultracattolico De Vincenzi e avallato dalla maggioranza. Mancherebbe, infatti, una norma finanziaria aggiornata. Il rischio, secondo i timori di Omphalos, è che si affossi la legge. L’associazione si dice profondamente contrariata e convinta che il problema si sarebbe potuto risolvere “con una verifica degli uffici competenti o portando il testo in votazione emendando la norma finanziaria e attualizzandola al 2017”. Secondo Omphalos è mancata la volontà politica della maggioranza di governo (Pd) “che ha preferito far ritornare la legge nel pantano della Commissione, piuttosto che affrontare la discussione in aula”. Il rischio era che mancassero i voti di alcuni consiglieri cattolici della maggioranza.

Omphalos: “Inaccettabile”

“Dopo 10 anni di attesa nessun rinvio è più tollerabile, qualunque sia la motivazione – dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – questo ulteriore intoppo, descritto come di natura procedurale, nasconde invece per noi tutta l’incapacità e l’imbarazzo della maggioranza che governa questa regione a portare a compimento una legge che affronta le discriminazioni verso le persone omosessuali e transessuali”. “Riteniamo che il primo responsabile di questo nuovo passo indietro sia proprio il Partito Democratico – continua Bucaioni -, che nelle ultime elezioni si era preso un impegno preciso con tutti gli elettori e le elettrici della regione e che lo sta lentamente tradendo”.

Il presidente di Omphalos, Stefano Bucaioni

“Non possiamo accettare che si impieghino 10 anni per discutere e votare una legge e che al momento del voto tutto salti per dei vizi procedurali – insiste il presidente di Omphalos –. Ci dispiace, ma non ci beviamo la scusa del vizio procedurale. Tutte le persone che lavorano in Regione, dai dirigenti ai consiglieri, sono pagati per fare esattamente il lavoro che stanno dimostrando di non saper fare o di non voler fare. Questo significa una completa mancanza di rispetto per i cittadini e le cittadine di questa regione che Omphalos non è più disposta a tollerare”.

Un presidio in piazza

L’associazione non intende fermarsi alle dichiarazioni indignate ed ha organizzato, per domani, un presidio.
“Domani saremo comunque in Piazza della Repubblica – spiega Lorenzo Ermenegildi, segretario di Omphalos – dalle ore 11 per dimostrare tutta la nostra contrarietà a come il Consiglio Regionale sta affrontando un tema così importante”. “Ci sentiamo presi in giro – conclude -, la comunità si sente presa in giro e abbiamo il dovere di esprimere tutto il nostro dissenso verso questo ulteriore passo indietro dopo 10 lunghi anni di attesa”.

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