Il Dipartimento della Giustizia statunitense ha chiesto alla Corte Suprema di esprimersi in favore della possibilità di licenziare le persone transgender solo per il fatto di essere, appunto, trans.
E’ l’ennesima mossa dell’amministrazione Trump ai danni della comunità trans, nel mirino del Tycoon fin dall’inizio del suo mandato.
Nella richiesta il dipartimento scrive che il Titolo VII del Civil Rights Act del 1964 impedisce il licenziamento di lavoratori e lavoratrici solo in base al “sesso biologico” e non all’identità di genere, nella sua interpretazione. In realtà, il testo parla solo di “sesso”. Cosa che di per sé non stupisce data l’epoca di approvazione del testo, ma che ora Trump vuole trasformare in una scure contro le persone trans.
“Il titolo VII non vieta le discriminazioni contro per persone transgender in base al loro status di transgender – scrive il Dipartimento di Giustizia -. Semplicemente non parla discriminazioni per l’identità di genere di un individuo o di una disconnessione tra l’identità di genere di una persona e il sesso”.
All’inizio dell’anno, come ricorda l’Huffington Post statunitense, la Corte Suprema aveva accettato tre casi in cui le era stato chiesto se il Titolo VII del Civil Right Act si applicasse anche alle persone LGBT+.
La richiesta inviata dall’amministrazione centrale si riferisce a uno di questi tre casi, che riguarda il licenziamento di una donna trans per via della sua identità di genere. La donna è stata licenziata dopo avere fatto la transizione.
Secondo la Corte d’Appello del sesto circuito, il licenziamento è illegittimo perché discriminatorio. “La discriminazione nei confronti dei dipendenti, sia perché non corrispondono agli stereotipi del loro sesso sia perché sono transgender o in transizione, è illegale in base al Titolo VII – aveva scritto la Corte nelle 49 pagine della sentenza -. E’ analiticamente impossibile licenziare un dipendente sulla base del suo status di transgender senza che ci sia una motivazione, almeno in parte, legata al sesso del dipendente stesso”.
Ma secondo il Dipartimento di Gustizia “il significato di sesso era sesso biologico” quando la legge fu approvata nel 1964.
Chase Strangio, avvocato dell’American Civi Liberty Union che rappresenta la donna licenziata nel processo, ha spiegato che il caso ha implicazioni che vanno ben oltre la comunità trans.
“Le persone non capiscono che la posta in gioco non riguarda solo per persone trans e le comunità LGB, ma tutte le persone che si discostano dagli stereotipi – spiega Strangio all’HuffPost -. Le donne che vogliono indossare pantaloni sul posto di lavoro, gli uomini che vogliono più responsabilità nella cura dei figli. Queste tutele sono altrettanto in pericolo, con gli argomenti usati dall’amministrazione Trump e presentati alla Corte Suprema”.
Gli altri due casi in esame presso la Corte Suprema riguardano l’orientamento sessuale usato come motivazione per licenziare altre persone. Uno dei due casi è quello di un istruttore di sci d’acqua licenziato dopo avere detto ad un cliente di essere gay. E’ probabile che il Dipartimento di Giustizia, nei prossimi giorni, estenderà la sua richiesta anche a questi due processi.
Nel corso del suo mandato, l’amministrazione Trump a sostituito diversi giudici della Corte mettendo uomini conservatori e vicini alle politiche del presidente.
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