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Treno della memoria: da Torino a Cracovia per raccontare l’omocausto ai più giovani

“La fornicazione contro natura, cioè tra persone di sesso maschile ovvero tra esseri umani ed animali, è punita con la reclusione” si leggeva nel paragrafo 175 del codice penale tedesco risalente al 1871. Nel 1933 ebbero inizio le prime deportazioni di omosessuali nei campi di concentramento, dal 1936, riconoscibili da un triangolo rosa appuntato al petto.
100.000 persone furono arrestate per violazione del paragrafo 175 in Germania dal 1933 al 1945 e un numero di persone – stimabile fra 10.000 e 15.000 – fu internato nei campi di concentramento.

“Abbiamo scoperto -racconta Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride- che a Torino è nato il primo treno che portava ragazzi ad Auschwitz e a Birkenau facendo anche tappa a Budapest e a Praga”. Da qui, tre anni fa è nata una collaborazione con il Treno della memoria che dedica uno dei suoi viaggi al racconto di un pezzo di storia troppo spesso dimenticato: l’omocausto.
Nelle prime edizioni del Treno della memoria LGBT, la questione gay era una piccola parentesi “all’interno del grande momento che i ragazzi vivono a Cracovia. Quest’anno, invece, -prosegue Battaglia- abbiamo deciso insieme di dedicare l’intera partenza al tema LGBT passando per Berlino per andare a vedere sia museo gay di Berlino che il monumento costruito a Tiergarten per ricordare le vittime della deportazione nazista”.

Partito lo scorso lunedì, dopo Berlino, il treno ha fatto tappa a Cracovia per un’emozionante passeggiata nel Ghetto e alla Fabbrica di Schindler mentre oggi, sabato, il Treno ha raggiunto i campi di Auschwitz e Birkenau per una visita tanto dolorosa quanto, oggi più che mai, necessaria per incalzare la memoria storica.
È trascorso meno di un secolo ma, in tempi di caccia all’uomo nero per una manciata di voti in più, l’ascesa del nazismo e lo sterminio di ebrei, disabili, rom e omosessuali non appaiono poi così lontani.

Il progetto Treno della memoria

Nato il 27 gennaio 2005, fino ad oggi il Treno della memoria ha portato a visitare i campi di Auschwitz e Birkenau più di 30.000 ragazzi provenienti da diverse regioni d’Italia di età compresa fra i 17 e i 25 anni. Il suo valore culturale ed educativo gli è valso l’alto patronato del Presidente della Repubblica nonché il patrocinio del Parlamento Europeo e della Camera dei Deputati. Oltre alla tradizionale visita ai campi di concentramento, quest’anno, quattro focus caratterizzeranno molti dei treni in partenza dalla fine di gennaio alla fine di marzo: disabilità, migranti, nuovi fascismi e, ovviamente, quello dedicato ai temi LGBT.

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