Associazioni “LGBT”, “LGBTQ” o, magari, “LGBTQI”? Anni di battaglie dentro la comunità arcobaleno per provare a capire come è meglio definirsi quando bastava chiedere aiuto al consigliere comunale di Bolzano Kurt Pancheri che ieri, dentro l’aula istituzionale, ha parlato di associazioni “dei finocchi”.
L’episodio è avvenuto durante la discussione sul regolamento contro le pubblicità sessiste e discriminatorie in città. Un tema che aveva sollevato molte polemiche per alcuni cartelloni pubblicitari che sfruttavano il corpo della donna apparsi nella zona industriale.
Per sostenere le sue ragioni, Pancheri ha scelto di ricordare il caso Barilla quando, nel 2013, il suo presidente Guido Barilla sostenne di la sua azienda non avrebbe mai fatto una pubblicità con una coppia omosessuale invitando chi non fosse d’accordo a comprare altri marchi. Dichiarazioni forti che scatenarono polemiche, inviti al boicottaggio e l’ira delle associazioni LGBT+. Ecco, proprio di queste, voleva parlare il consigliere che, però, le ha definite “associazioni […] dei finocchi”. Il gergo offensivo è stato subito contestato, anche da diversi consiglieri di centrodestra. “Non è offensivo” ha ribattuto alle lamentele dei presenti.
“Ma lei sta parlando della verdura e vuole dire “omosessuali”?” lo ha ripreso il presidente Baratta. Ma, oramai, il danno era fatto.
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