Una scena dello spettacolo
Si chiama Fa’afafine – Mi chiamo Alex e sono un dinosauro ed è la storia di un bambino genderfluid che non ha ancora deciso se essere maschio o femmina. Una storia che può contribuire a diradare dubbi e sospetti intorno la coesistenza delle differenze, a cominciare dall’identità sessuale. Ed è ovvio che un prodotto siffatto non possa piacere alle forze del regresso, purtroppo ancora presenti nel nostro paese. Creando, così, un clima di intimidazione contro lo spettacolo teatrale che porta in scena questa vicenda.
«Si sono svegliati i peggiori esponenti della peggiore destra italiana» denuncia Daniele Viotti, europarlamentare del Pd e co-presidente dell’Intergruppo per i diritti LGBTI al parlamento europeo. «Da Forza Nuova che scrive lettere a Rodolfo Sacchettini, presidente dell’Associazione Teatrale Pistoiese minacciando di distruggere violentemente lo spettacolo se questo non viene ritirato; a Generazione Famiglie che lancia petizioni online per bloccare lo spettacolo (notizia ripresa dal quotidiano Avvenire); passando per la richiesta dell’assessore all’istruzione della regione Veneto Elena Donazzan che chiede al ministro della pubblica istruzione Valeria Fedeli di censurare lo spettacolo reo, dice, di legittimare “l’ideologia gender”».
Daniele Viotti
Lo spettacolo, per altro, è stato proposto in diverse sale, nel nostro paese, raccogliendo consensi, premi teatrali ed è stato anche portato nelle scuole, proprio per educare le generazioni più giovani al rispetto delle diversità: un messaggio che ovviamente non può piacere ai volti e ai nomi ben noti del fronte omofobo nostrano. L’opera, per altro, ha il supporto di importanti realtà associative, come Amnesty International che ha concesso il suo patrocinio.
Intanto Viotti ha lanciato una petizione a supporto dell’opera: «Oggi ho deciso di raccogliere le firme tra colleghi parlamentari – di tutti gli schieramenti – per dimostrare vicinanza e dare disponibilità all’azione in difesa dei diritti di tutte e tutti». Per il momento si conta l’adesione di nomi quali Monica Cirinnà, Magda Zanoni, Sergio Lo Giudice e molti altri ancora. «Difendere Fa’afafine non è una questione di schieramento politico» dichiara ancora l’esponente dem, «ma di civiltà e libertà».
Per chi non avesse visto lo spettacolo, ecco il trailer:
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