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Chi era Lyra McKee la giornalista e attivista Lgbt uccisa stanotte in Irlanda

Si chiamava Lyra McKee la giornalista di 29 anni e attivista Lgbtqi uccisa ieri sera a Londonderry durante gli scontri tra i dimostranti – appartenenti secondo alcuni a gruppi di dissidenti repubblicani – e la polizia dell’Irlanda del Nord. Secondo quanto riportano i media britannici, le proteste sarebbero cominciate in seguito alla perquisizione di una casa da parte di un gran numero di agenti. McKee, originaria di Belfast, si occupava dell’eredità dei Troubles, la guerra civile che ha tormentato l’Irlanda del Nord per trent’anni. Scriveva per The Atlantic e BuzzFeed News e lavorava anche per l’aggregatore di notizia californiano Mediagaze

Un atto di terrorismo

Gli scontri, commenta il Guardian, giungono alla vigilia del fine settimana di Pasqua, periodo in cui i repubblicani celebrano l’anniversario della Rivolta di Pasqua del 1916 ed i dissidenti organizzano dimostrazioni in strada. McKee, secondo una giornalista che si trovava sul posto, era accanto ad una Land Rover della polizia quando è stata raggiunta dai colpi di arma da fuoco, che secondo un altro testimone oculare sarebbero stati sparati da una persona dal volto coperto che sparava contro i mezzi degli agenti. Durante le proteste delle bombe Molotov sono state lanciate contro la polizia ed alcune auto sono state incendiate. “Trattiamo questo evento come fatto di terrorismo, è stata aperta un’indagine per omicidio”, ha fatto sapere su Twitter il vice commissario della polizia, Mark Hamilton.

Il suo impegno per la comunità

Lyra McKee oltre che giornalista e autrice, era nota anche come attivista LGBTQ. In rete è ancora possibile guardare il suo intervento per TED Talk nel 2017 sul rapporto religione e omosessualità.

“Sono una di quelle persone che deve raccontare diverse storie prima di arrivare al punto” scherzava di fronte al pubblico del TEDTalk.
McKee ha raccontato del suo viaggio negli Stati Uniti come parte di una delegazione del Regno Unito. Era l’unica rappresentante per l’Irlanda del Nord. Lo scopo del viaggio, raccontava, era “imparare i valori americani”. Il viaggio caratterizzato da da una serie di “vantaggi” che lei descriveva come “una carota che penzola davanti al suo naso”, ad esempio un viaggio Disneyland. Dal suo incontro con il Presidente Trump (“L’orango-tango a capo della Casa Bianca”) alla visita di una moschea a Orlando, in Florida.
Quest’ultimo, il viaggio più difficile. “Ho odiato me stessa per buona parte della mia vita. Mi sono odiata perché la religione mi ha insegnato questo. E quando ho smesso di odiare me stessa, ho iniziato ad odiare la religione. Eppure ero affascinata da questa moschea che si trovava proprio a Orlando”
McKee ha raccontato così la strage del club Pulse avvenuto il 12 Giugno, 2016, che portò alla morte di 49 persone. La moschea, spiegava, ha condannato subito l’attentato, mentre “Alcune Chiese Cristiane di Orlando rifiutavano di aprire le porte a queste morti, perché erano gay”.

“Non possiamo scappare dalla religione, dialoghiamo”

McKee descrive al pubblico del TED Talk la conversazione che ha avuto con un membro della moschea, il dolore e le lacrime del gruppo di preghiera per un giovane musulmano che si era suicidato perché gay. Una realtà che le aveva mostra una consapevolezza diversa: “Non possiamo scappare dalla religione perché la religione spiega al mondo come persone Lgbt devono essere trattate. E spiega come noi persone Lgbt dobbiamo sentirci. La prima lezione che ho imparato da persona lesbica è che ero il male e che sarei finita all’inferno”.
Una lezione che le ha fatto comprendere meglio come gli insegnamenti religiosi sull’omosessualità debbano cambiare. Un modo per farlo: “avere questi dialoghi anche se difficili e combattere i cuori e le menti che si oppongono a noi”.

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