Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford chiedono al Garante della Privacy di impugnare il decreto che introduce “madre e padre” per la carta di identità dei minori
Le due assocaizioni presentando un esposto al Garante per la tutela della privacy hanno chiesto la presa di posizione contro il recente decreto voluto dal Ministro dell’interno, Matteo Salvini, che impone l’utilizzo nelle carte d’identità elettroniche dei figli minorenni, le parole “padre-madre”, in sostituzione della parola “genitori”.
La richiesta invita nello specifico l’Autorità Garante ad impugnare – sulla base dei nuovi poteri attribuitigli dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDRP) – dinanzi all’autorità giudiziaria il provvedimento ministeriale, che viola più disposizioni del Codice in materia di tutela dei dati personali. Tali violazioni erano state già rilevate, in parte, dallo stesso Garante nel parere negativo da lui espresso il 31 ottobre 2018, sull’ipotesi di decreto che il Governo gli aveva sottoposto.
Un’iniziativa quella del ministro Salvini, si legge in una nota congiunta di Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford: “adottata con l’unico scopo di discriminare i bambini e le bambine che hanno genitori dello stesso sesso e che costringe questi ultimi a dichiarare il falso nella compilazione dei moduli per richiedere la carta d’identità elettronica”
«Ci siamo rivolti al Garante della Privacy – sottolinea l’Avvocato di Rete Lenford, Mario Di Carlo – in quanto è l’Autorità preposta a garantire il corretto trattamento dei dati personali e quindi anche quelli della carta d’identità. L’illecito trattamento dei dati personali commesso da un Ministero non può infatti essere trattato in maniera meno rigorosa di quello commesso da un’impresa o da un’agenzia».
Per di più, aggiunge il legale, «le norme primarie di riferimento, come il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS), già quasi dieci anni fa recavano l’indicazione di ‘genitori’, incorporando una visione inclusiva che prende atto dell’evoluzione del diritto di famiglia e del ruolo genitoriale. E non si capisce perché oggi la prassi, contro il dettato normativo, debba imporre nomenclature che non riconoscono correttamente l’identità e le relazioni sociali dei minori».
Seguono i commenti di Gianfranco Goretti, Presidente di Famiglie Arcobaleno, e Miryam Camilleri, Presidente di Rete Lenford: «Questo esposto è solo il primo passo di una battaglia che porteremo avanti per abbattere un decreto che il Ministro dell’interno sa benissimo essere illegittimo. Proviamo profonda disistima nei confronti di un Governo incapace di rispondere alle reali esigenze di tutte le famiglie e che concentra invece le proprie energie nell’adozione di atti discriminatori che non migliorano la vita di nessuno, ma alimentano odio ed esclusione».
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