Brexit e aumento dell’omofobia? È questo il dato allarmante denunciato dalle associazioni Lgbt britanniche, dopo il referendum di tre mesi fa. L’associazione Galop, che si prende cura delle vittime degli attacchi omofobici, denuncia che i crimini d’odio sono aumentati di quasi il 150% dopo l’uscita dall’Unione Europea.
I fenomeni registrati in questo periodo fanno notare un panorama preoccupante: secondo le stime, i crimini d’odio non si sarebbero limitati a quelli su base razziale e religiosa, ma si sarebbero estesi anche contro le minoranze sessuali. L’Indipendent, inoltre, nel mese di luglio ha sondato gli umori della società britannica riguardo il razzismo, rivelando come i gruppi xenofobi siano intenti ad estendere le loro azioni violente anche contro la gay community.
Testimonianze raccolte da alcuni social media come PostRefRacism e iStreetWatch raccontando di una marcia a Drury Lane, a Londra, due giorni dopo il risultato del referendum in cui si cantava: “Dapprima manderemo via i polacchi, poi i gay”. L’attrice Juliet Stevenson ha dichiarato che una studentessa romena e lesbica, a Oxford, è stata vittima di un attacco. Oltre la metà dei gruppi che operano queste violenze, durante i loro attacchi citerebbero direttamente la fuoriuscita del Regno Unito dall’Ue.
Un clima molto preoccupante, quello che si respira nello paese britannico e che, secondo gli osservatori, assomiglia a quello della Germania degli anni ’30. Uno spettacolo che preferiremmo evitare di rivivere, insomma.
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