Secondo quanto riporta il quotidiano boliviano “La Razon”, il Tribunale costituzionale plurinazionale (Tcp) ha dichiarato incostituzionale il matrimonio e l’adozione per le persone transessuali e transgender. La sentenza modifica la legge 807 sull’identità di genere nell’articolo 11 che definisce diritti e doveri delle persone trans. Il segretario generale del tribunale costituzionale, Álvaro Llanos, ha spiegato che la sentenza riconosce il diritto costituzionale di cambiare genere, nome e immagine sui documenti, ma che questo non implica il riconoscimento di “diritti come il matrimonio, l’adozione e di diritti politici come la parità di genere”.
Immediata la reazione della comunità lgbt boliviana che ha organizzato una manifestazione in piazza Murillo a La Paz, la capitale.
“Questa decisione è un grande passo indietro nei nostri diritti – ha dichiarato Tamara Núñez del Prado, attivista per i diritti delle persone lgbt -, non ci resta che affidarci ad un’istanza internazionale”.
La sentenza è invece stata accolta con favore dalla parte più conservatrice del paese. Il deputato Horacio Poppe Inch del Partido Demócrata Cristiano Altre ha dichiarato che “questa sentenza dà ragione a tutti quelli che in Bolivia credono alla famiglia tradizionale, composta da un uomo e una donna”. “Queste persone – ha aggiunto Poppe Inch – non vogliono giocare con un elemento sacro com’è il nucleo familiare, base della società”.
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