Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle strutture alberghiere che rifiutano la clientela Lgbt, arrivano buone notizie da Airbnb: «La nostra missione» si legge sul sito «è quella di creare una comunità dove tutti, in ogni parte del mondo, possano sentirsi a casa. Questo significa imparare ad aprirsi agli altri, anche attraverso culture e stili di vita diversi dai propri. La discriminazione, invece, impedisce alle persone di entrare in connessione e di condividere».
L’avviso di Airbnb sulla nuova policy
Per questa ragione, il portale ha deciso «di scrivere una nuova Policy d’uso della piattaforma basata su due principi: l’inclusione e il rispetto». La nuova politica aziendale, infatti, «affronta le discriminazioni basate sul colore della pelle, sull’etnia, sulla provenienza geografica, sulla religione, sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e lo stato civile, sulle forme di disabilità e sull’età». E per far parte del circuito e poter mettere in affitto il proprio appartamento sull’aggregatore, Airbnb ha chiesto «a tutti gli host di adottarla», pena l’espulsione dalla community.
Ma c’è di più: «Per aiutare chi fa parte della community e si riconosce nei nostri valori a capire meglio quali sono i pregiudizi, spesso inconsci, che generano gesti discriminatori e il loro impatto sull’ospitalità» Airbnb ha realizzato «un breve percorso online con l’aiuto di due psicologi sociali» per permettere agli utenti di capire quali possono essere pregiudizi e stereotipi in cui facilmente si può incorrere, generando così discriminazione. Una misura, quindi, non solo repressiva ma anche di educazione al rispetto e alle differenze.
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