Com’è noto, uno dei compiti del presidente degli Stati Uniti è la nomina di un giudice della Corte Suprema. Il neoeletto inquilino della Casa Bianca ha fatto sapere fin da subito che il nome che sceglierà sarà di un antiabortista come lui. E sebbene abbia dichiarato che il matrimonio egualitario è ormai legge e non intende fare nulla, questo non significa che la scelta di un giudice molto conservatore non implichi una retrocessione su altri aspetti in merito ai diritti delle persone LGBT.
L’associazione Lambda Legal denuncia che nell’elenco dei 21 possibili giudici da nominare alla Corte Suprema figura anche William H Pryor Jr che l’associazione definisce “il candidato giudice più dimostrabilmente anti-gay di cui si abbia recente memoria”.
Secondo gli attivisti, quando nel 2005 Pryor era candidato alla Corte d’Appello dell’Undicesimo Distretto, “ha più volte mostrato chiara ostilità nei confronti delle lesbiche, dei gay, delle persone bisessuali e transgender, nonché delle persone con HIV e nei confronti delle donne, dei neri, dei disabili e altri”.
Quando nel 2004 fu il suo voto a determinare la decisione della Florida di negare l’adozione alle coppie di persone dello stesso sesso.
Secondo Pryor, i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans dovrebbero essere considerati al pari “della prostituzione, dell’adulterio, della necrofilia, della bestialità, della detenzione di materiale pedopornografico, della pedofilia e dell’incesto”.
“Questo tribunale non ha mai riconosciuto il diritto fondamentale di avere relazioni sessuali fuori dal matrimonio eterosessuale monogamo – scrisse Pryor -, per non parlare della sodomia omosessuale. Non c’è alcun diritto fondamentale nella sodomia omosessuale solo perché avviene dietro una porta chiusa. E dato che la sodomia omosessuale non è stata storicamente riconosciuta in questo paese, al contrario è stata riconosciuta come sbagliata, non è un diritto fondamentale”.
Al di là di quello che intenderà fare la nuova presidenza di Washington con il matrimonio egualitario, nominare alla Corte Suprema un giudice con posizioni del genere rappresenta un pericolo per tutto il percorso fatto negli ultimi decenni sul fronte dei diritti delle persone LGBT. Inutile dire che lo è anche per il diritto delle donne a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza.
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