Presentato in anteprima assoluta al 31° Festival del cinema Glbt di Torino, “Misteriosofica fine di una discesa agli inferi” è il nuovo corto del regista campano Giuseppe Bucci, reduce da successi internazionali come il corto “Luigi e Vincenzo”, “Una notte ancora” e “Mau & Gio”, che questa volta parla di trans.
Un corto che ha già ricevuto critiche lusinghiere e che si prepara a debuttare nei principali festival internazionali, “Misteriosofica fine di una discesa agli inferi” racconta due momenti dello spettacolo teatrale del 2015 “Scannasurice”, interpretato da una strepitosa Imma Villa, per la regia di Carlo Cerciello dall’omonimo testo del grande poeta teatrale Enzo Moscato.
In questi frammenti un femminiello napoletano, cantastorie di una Napoli che fu e che, sventrata dal terremoto del 1980, non sarà mai più, si abbandona, tra le viscere dei quartieri malfamati in cui vive, ad un confronto con il suo io più intimo, transessuale senza amore e dignità.
Ai margini della società, come il popolo dei topi con i quali vive, il personaggio protagonista vive una condizione, quella delle persone trans agli albori degli anni ’80, di poetica e tragica solitudine, in una società che ancora identifica le persone trans solo come mostri dedicati alla notte e alle più basse perversioni di chi le usa.
La tragedia del terremoto che ha appena devastato la città si intreccia con quella dell’AIDS, la nuova peste che in queli anni colpì profondamente la popolazione gay e trans, stigmatizzandola ulteriormente.
Il cortometraggio che fonde il teatro con la poetica cinematografica con cui il regista si sofferma sulla umanità di questo personaggio e sulla bravura di Imma Villa.
