Sarebbe successo tutto in un palco secondario. Un palchetto poco distante da quello dei Giovani Democratici, al Festival dell’Unità di Roma, un paio di giorni fa.
Tra i dibattiti ospitati dalla festa del più grande partito di centro sinistra ce n’è stato uno il cui relatore era Antonio Brandi, presidente dell’associazione ProVita, strenuo sostenitrice delle terapie riparative (di recente, anche in una puntata della trasmissione radio La Zanzara ha ribadito che gli omosessuali andrebbero curati), e fiero oppositore dei diritti delle persone omosessuali, unioni civili in primis.
A denunciare l’accaduto, per primo, è stato Aurelio Mancuso, ex presidente di Arcigay ed ex commissario di un circolo romano del Pd sotto quando, dopo la destituzione di Marino, il partito della capitale fu commissariato. In un post su Facebook, Mancuso ha riportato il suo dialogo con il segretario del Pd romano Andrea Casu. Il dibattito, si è tenuto domenica scorsa, alla vigilia della chiusura della festa, a Testaccio.
“All’ennesima affermazione che: “questa è stata la Festa più aperta di tutte. Tutti hanno potuto parlare” e così via, gli ho risposto duramente e senza alcun accenno di critica costruttiva – scrive Mancuso -. Ho inutilmente protestato perché si è permesso (tutti ora negano) ad esponenti di Pro Vita di salire su un palco dibattiti della Festa de l’Unità e propagandare senza alcun contraddittorio, (davanti a nemmeno dieci persone, c’è da dire…) le loro schifose menzogne sulle inesistenti teorie gender e contro l’eutanasia”.
Grande imbarazzo, a quanto pare, del segretario Casu. “Aver permesso uno show di reazionari alla Festa de l’Unità – continua Mancuso -, è per quanto mi riguarda questione, non negoziabile sul piano politico e tanto più su quello personale: questi clerico fascisti, ogni giorno spargono odio sul mio diritto di esistere come cittadino pari agli altri, quindi, nessuna complicità è possibile.
So che la vicenda non sarà mai chiarita e, che nessuno degli organizzatori chiederà scusa”.
In termini di diffusione, il danno è stato minimo: una decina di persone circa erano tutto il pubblico di Brandi. Ma il punto non è questo. Il punto è che il Pd di Roma ha ritenuto un interlocutore valido un’associazione come ProVita, palesemente omofoba e, tra l’altro, con legami con Forza Nuova.
In queste ore, l’indignazione sta crescendo sui social, soprattutto tra gli iscritti del Pd che chiedono spiegazioni urgenti a Casu e a chi ha organizzato il dibattito (la cui identità non si conosce ancora).
Non si è fatta attendere la reazione della senatrice Cirinnà che proprio per essere la madrina della legge sulle unioni civili, conosce molto bene le posizioni di quella frangia del mondo cattolico e no-gender.
“Trovo la cosa stupefacente – prosegue Cirinnà – che alla Festa dell’Unità vengano ospitati portatori di teorie contrarie a tutto ciò che il Pd sostiene e concreta con atti parlamentari, oltre che di un discorso refrattario all’autodeterminazione individuale e gravemente violento e offensivo nei confronti delle persone Lgbt”.
Per la senatrice è “come se il Pd Roma abbia deciso di schiaffeggiare la ministra Giannini prima e la Fedeli poi, da sempre in prima linea per sostenere nelle scuole l’insegnamento alla differenza di genere”.
L’attacco è poi diretto al segretario Casu che, riferisce la senatrice, parla di rinnovamento del Pd. “Non vedo nessun rinnovamento, ma, anzi, un arretramento dolorosamente portato avanti da quei falsi giovani – attacca durissima – che con superficialità riempiono le caselle di un programma della Festa che avrebbe dovuto dare ben altri segnali, soprattutto in termini di prospettive per una città pericolosamente compromessa se chi guida il Pd continuerà a comportarsi così”.
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