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Veneto: Zaia vuole un centro d’eccellenza per il cambio di sesso per le persone trans, ma la maggioranza boccia tutto

Erano previsti 600 mila euro in tre anni, 200 mila ogni anno, che avrebbero dovuto finanziare un centro d’eccellenza per il cambio di sesso, in Veneto. Ma la maggioranza di centrodestra ha sconfessato, per la prima volta, il presidente Zaia e la sua giunta votando contro il provvedimento per il Policlinico di Abano Terme.
Secondo quanto riporta Il fatto quotidiano, infatti, la delibera della giunta è stata affossata da tre mozioni presentate dalla Lega, e da due consiglieri della lista Tosi (centrodestra, dunque). Tutti componenti della maggioranza che, in teoria, avrebbe dovuto appoggiare il provvedimento.

La giunta non partecipa al voto

Grande imbarazzo della giunta che, per non andare contro la propria maggioranza, ha preferito non partecipare al voto. Quella che era stata prospettata come un’eccellenza sanitaria per la Regione, che avrebbe posto il Veneto al pari di centri di livello internazionale, quindi, non si farà. Perché?

“Una perversione”

A sentire chi si è opposto, come il consigliere leghista Finco, “di fronte alla crisi demografica la priorità è aiutare le politiche per la natalità, e non queste che ritengo perversioni”. Invece il consigliere Casali “la cura come servizio pubblico (va garantita, ndr) solo dei casi di ermafroditismo“. Il consigliere confonde le persone intersex e quelle trans.

“Lo facessero a spese loro”

A fugare i dubbi di chi ha pensato che fosse un attacco alla giunta Zaia, è arrivato Finco. “Non vogliamo andare contro la giunta, ma questo tema va discusso – ha dichiarato il leghista-. Se ci sono persone che vogliono cambiare sesso, lo facciano, ma non a spese del pubblico altrimenti rendiamo gratuita anche la chirurgia plastica. Un Centro del genere non rappresenta la priorità della Regione”.

A favore solo la minoranza

Contro le mozioni (e quindi a favore della delibera) hanno votato solo Partito Democratico, Liberi e uguali, un consigliere della Lista Moretti. In tutto 9 voti contro i 24 della maggioranza. Tutto inutile. Con buona pace dell’assessore alla Sanità. Coletto aveva dichiarato: “È una scelta di qualità e modernità che mette un servizio di alta specializzazione a disposizione di persone che si trovano in una condizione del tutto particolare, che può comportare sofferenza psicologica e fisica”.
E con buona pace, manco a dirlo, di tutte le persone trans che avrebbero potuto usufruire di un nuovo centro d’eccellenza che, invece, non ci sarà.

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