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Essere trans non è una malattia: un video da vedere tutto d’un fiato

Si è celebrata sabato la giornata per la depatologizzazione della transessualità. Essere trans non è una malattia e la comunità transgender di tutto il mondo si batte perché questo principio venga adottato dall’OMS e dalla comunità scientifica internazionale, com’è stato, trent’anni fa per l’omosessualità.
In occasione dell’evento internazionale, TGEU – Transgender Europe e ILGA-Europe hanno diffuso il video qui di seguito che spiega molto bene quali sono le istanze delle persone transgender. Dopo il video, la traduzione del testo.

Oggi, sabato 22 ottobre 2016 è la “Giornata Internazionale per la Depatologizzazione delle Persone Trans”.
Significa smettere finalmente di vedere le identità trans come un disturbo mentale e riconoscerla come parte integrante delle esperienze umane in tutta la loro diversità.
Oggi, come ogni altro giorno, vogliamo celebrare la ricchezza e la diversità delle identità trans.
L’attuale classificazione internazionale delle malattie dell’OMS, la ICD 10, è stata adottata nel 1990 classifica l’identità trans come disturbo mentale e del comportamento.
Nel 2018, la ICD 10 sarà sostituita dalla nuova ICD 11. Dopo quasi una decade di campagne di attiviste/i e lavoro di avvocatura, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta finalmente per rimuovere le identità trans dai disturbi mentali.
Noi continuiamo a lottare perché avvenga questa rimozione, ma allo stesso modo chiediamo che venga abbattuto ogni forma di stigma, discriminazione e violenza.
Non c’è spazio per il compiacimento. Nonostante sembri esserci consenso nella rimozione del disturbo dell’identità di genere dalla ICD 11, l’Assemblea Mondiale della Sanità dovrà approvarlo ufficialmente con un voto che è provvisoriamente in programma per maggio 2018.
Fino ad allora, dobbiamo continuare a mantenere alta la tensione.
Mettere le categorie correlate al transgenderismo al di fuori del capitolo dei disturbi mentali e del comportamento non è abbastanza.
I ministri della sanità e l’OMS devono assicurarsi che le persone transessuali abbiano accesso ad adeguata assistenza medica e psicologica di alta qualità, a prezzi accessibili.
Questo sarebbe un ulteriore passo avanti nella depatologizzazione delle persone trans.
Più importante ancora è che i diritti dei bambini devono essere al centro del processo di revisione.
Il testo attuale della ICD 11 parla di “incongruenza di genere in età evolutiva”.
Questa definizione deve essere rimossa completamente: non è necessaria alcuna diagnosi per i/le bambini/e. La varianza di genere nell’infanzia non richiede alcun intervento medico.
L’unica cosa che un/a bambino/a necessita è un ambiente che faccia da supporto, a casa e a scuola, dove possa esplorare le propria identità.

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