L’Italia ha un problema di omofobia e transfobia. Lo dichiara l’Ocse con una ricerca svolta all’interno dei Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Nel rapporto Society at a Glance 2019 – A spotlight on Lgbt people realizzato dall’organismo internazionale con sede a Parigi, i ricercatori hanno notato che «gli atteggiamenti rispetto alle persone lgbt stanno migliorando in tutto il mondo e sono più positivi nei Paesi dell’Ocse che altrove. Tuttavia, rimangono margini sostanziali di progresso. I risultati dell’Italia rispetto all’accettazione dell’omosessualità sono peggiori della media Ocse. Su una scala di accettazione da 1 a 10 lo score dei cittadini italiani è di circa 3 punti, due in meno rispetto alla media Ocse».
«Solo una minoranza di intervistati italiani (il 37%) si sentirebbe a proprio agio con persone transgender o transessuali nei più importanti incarichi politici elettivi ma anche come collega di lavoro, come figlia o genero».», prosegue l’Ocse, facendo luce su un altro macro problema: la transfobia che naturalmente «espone al rischio di discriminazione».
Interessante la sezione dedicata al mondo del lavoro: «a parità di curriculum vitae, i candidati omosessuali italiani hanno circa il 30% in meno di probabilità di essere invitati a un colloquio di lavoro rispetto ai candidati italiani eterosessuali».
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