Rainbow

Se i media e la rete veicolano i messaggi giusti contro il bullismo

Spesso mi interrogo sull’incredibile potere che hanno i media (in positivo o in negativo) di smuovere le opinioni e le coscienze.
Pochi giorni fa, ad esempio, avevo letto la notizia (e il bel post) di una mamma che rivendicava per il figlio il diritto di indossare dei calzini con i cuori o dei vestiti rosa semplicemente per il fatto che lei avrebbe amato il proprio figlio sempre e comunque per quello che è e sarebbe diventato, e qualunque decisione avesse preso nella sua vita.
Oggi leggo che l’episodio è diventato tanto virale tanto da aver scatenato la solidarietà di migliaia di uomini che si sono fatti fotografare con dei cuori.
Certo, il messaggio veicolato da questa “gara di solidarietà” (ovvero “i veri uomini amano i cuori” – ma spero sia una libera interpretazione dell’Huffington Post) è comunque fuorviante rispetto al messaggio originario della mamma del bimbo che invece diceva altro, ma è comunque bello vedere come la rete abbia risposto a questa storia in modo tanto affettuoso.

Il potere dei media mi affascina e sconvolge insieme, perché ovviamente può veicolare messaggi positivi o messaggi negativi.
Un singolo messaggio – se veicolato dal media giusto – può fare molto più di decine di campagne.
Mi riferisco ad esempio al bel pezzo sul bullismo che lo scorso venerdì Paola Cortellesi ha recitato (accompagnata dal canto di Marco Mengoni) in prima serata su Rai1 durante la trasmissione Laura&Paola condotta dalla brava attrice con Laura Pausini.
Con un finale un po’ da favola, forse poco realistico ma che io credo serva a dare speranza alle centinaia di ragazze e ragazzi vittime di bullismo nelle scuole, Cortellesi ha posto l’accento su un problema che vergognosamente passa in secondo piano sui media e che ad oggi è totalmente dimenticato dal legislatore.

Anche se Luca al momento è piccolo ammetto che, da genitore, il fatto che un giorno a scuola mio figlio venga bullizzato mi preoccupa, tanto più che potrei non riuscire a raccogliere da lui dei segnali di malessere, perché non sempre è così semplice.

Dunque, lasciatemelo dire: brava Paola Cortellesi, e grazie alle volontarie e ai volontari che realizzano progetti contro il bullismo nelle scuole (come ad esempio Bye Bye Bulli) e grazie a quelle scuole e a quegli insegnanti che fin da piccoli educano alle differenze le bambine e i bambini, ovvero il nostro futuro.

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