L’associazione ProVita Onlus, che già durante le audizioni alla Commissione Giustizia della Camera avava avanzato l’ipotesi di inserire l’obiezione di coscienza nella legge sulle unioni civili, sta scrivendo a tutti i sindaci d’Italia per chiedere l’adesione alla loro campagna. Lo scopo è quello di portare in Parlamento la proposta di modifica del testo per permettere ai sindaci e agli ufficiali di stato civile che per “profondi convincimenti morali e religiosi” di rifiutarsi “in coscienza di celebrare quello che è sostanzialmente un matrimonio omosessuale“.
“Sto pensando a quando toccherà a me celebrare un unione civile – scrive il primo cittadino del bresciano -. Mi sto immaginando la profonda tristezza che avrò nel cuore a non poter parlare di un “matrimonio”, ma a dover, per obbligo di leggere, trattare le persone che avrò avanti a me come cittadini di serie B, facendomi complice di questa enorme ingiustizia sociale. Voi proponete l’obiezione di coscienza per chiedere che i Sindaci abbiano l’autorizzazione a non celebrare un unione civile? Bhe, io credo sia più corrispondente alla nostra Costituzione chiedere l’obiezione di coscienza per fare in modo che i Sindaci non siano obbligati a trattare due persone come cittadini di Serie B, permettendogli quindi di celebrare un vero e proprio matrimonio“.
“Dite che ho il diritto di chiedere allo Stato di autorizzarmi a parlare di “matrimonio” – continua Prandini – e non di “unione civile tra due persone dello stesso sesso” quando dovrò celebrarne una? Vi diffido comunque sin da ora ad agire a nome mio o per conto “dei Sindaci italiani” in questa e in ogni altra vostra azione. I Sindaci non sono dalla vostra parte, eventualmente solo una piccola minoranza”.
“Con rammarico – conclude il sindaco – nel sapere che esistono associazioni che si battono per le ingiustizie sociali, ma con amore verso la carica che ricopro, vi saluto”.
Qui e qui potete leggere il testo dell’email inviata da ProVita ai sindaci.
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