Continua l’ondata di indignazione nei confronti della cosiddetta fase 2, giudicata inadeguata e fuori dalla realtà. Le ragioni delle critiche stanno nell’aver rimosso un intero segmento sociale – sempre più ampio, per non dire preponderante, nel nostro Paese – che non rientra pienamente o temporaneamente nei confini della cosiddetta famiglia tradizionale. Abbiamo già raccolto la testimonianza di Sergio Lo Giudice, che fa una puntuale analisi di tutte le criticità del presente decreto che toccano la comunità Lgbt+ e le altre forme di affettività. Non è, la sua, una voce isolata.
«Prevedere che si possano incontrare solo i congiunti significa non solo non voler guardare la realtà per quella che è». Comincia così il comunicato di Famiglie Arcobaleno, in cui Gianfranco Goretti spiega le ragioni per cui il decreto è inaccettabile. «E questo vale non solo per una coppia di fidanzati, di due persone anziane rimaste sole senza altri parenti, tanto per citare un paio di esempi, ma anche per tutte quelle famiglie omogenitoriali in cui solo uno dei due genitori è tale per legge». E ricorda ancora, il presidente di FA: «Impedire che l’altra mamma o l’altro papà, in caso in cui vivano in città diverse, per non dire addirittura in regioni diverse, non possa andare a trovare le proprie figli o i propri figli è discriminatorio e fuori dalle tante realtà che compongono la sfera degli affetti di ogni singolo individuo».
Dello stesso tenore
Si schiera anche Vladimir Luxuria, storica esponente della comunità e del movimento Lgbt+ italiano, che scrive così su Twitter: «Anche i fidanzati, etero e non, hanno il diritto di ricongiungersi con autocertificazione responsabile, e i genitori non biologici di famiglie arcobaleno devono poter portare a passeggio i figli senza rischiare multe visto che non sono ancora riconosciuti legalmente». Un vuoto, quello lasciato dal governo Conte e dai suoi esperti, riguardo questa fase 2 che sta facendo molto rumore. Nella comunità arcobaleno e in quelle persone che vedono nei diritti delle persone Lgbt+ una questione di civiltà e democrazia. Anche in tempi come questo.
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