Genova, la Regione Lombardia e ora anche Novara. Un altro amministratore, il sindaco leghista Alessandro Canelli, nega il patrocino al Pride. Per la precisione, al primo Pride che sfilerà per le strade di Novara il prossimo 26 maggio, una delle tre date del Piemonte Pride 2018. “Folklore controproducente” così Canelli ha bollato la marcia dell’orgoglio lgbt che, invece, ha ottenuto il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia. Parliamo, vale la pena ricordarlo, di patrocini a titolo gratuito.
E su queste parole si è scatenata la polemica politica con la minoranza in Comune. Per il Partito Democratico, infatti, quella del primo cittadino è “una decisione anacronistica e discriminatoria” e la definizione che Canelli ha dato del Pride è “quanto di più svilente e moralista ci si possa aspettare nel 2018”.
Il no del Comune è arrivato via email agli organizzatori (NovarArcobaleno, Sermais e Amnesty International, insieme al Coordinamento Torino Pride). A riportare il testo del messaggio è l’edizione torinese di Repubblica.
“La giunta ha deciso di non concedere il patrocinio ritenendola una manifestazione di tipo simbolico-folkloristico – si legge nel diniego – che a nostro modo di vedere non può apportare il giusto contributo alla crescita e alla consapevolezza su problemi di questo tipo. Ritengo possa essere addirittura controproducente rispetto alle finalità che si intendono raggiungere. È un’inutile ostentazione. So che ci saranno tante polemiche, ma sono convinto che la pubblica amministrazione possa fare meglio alla causa contro le discriminazioni sessuali non patrocinando eventi come questo. Come me la pensano tanti omosessuali”.
“Il Pride è storicamente la rappresentazione di come siamo e chi siamo, è quindi visibilità, è orgoglio, è il modo di dire a tutte e tutti “vedeteci siamo qui e scendete in piazza con noi” – commenta in una nota il coordinatore del Torino Pride, Alessandro Battaglia -. Ci mettiamo in mostra per non essere trasparenti e invisibili. Ci piace fare sfoggio, farci vedere ed essere rumorosi, gioiosi”. “Del resto anche il Sindaco di Novara ha dato prova del suo orgoglio – aggiunge -. Ha sfoggiato un atteggiamento omofobo, discriminatorio, ha sbandierato la sua incapacità di essere il sindaco di tutte e tutti. Perché il Pride non è una manifestazione simbolico-folkloristica”.
Battaglia ricorda anche che proprio Canelli si era rifiutato di celebrare le unioni civili perché “questo paese ha tanti altri problemi urgenti da affrontare e perché le unioni civili sono discriminatorie nei confronti della legge che va a tutelare la famiglia”. “Forse – commenta – il Sindaco non riesce ad affrontare i tanti problemi tutti insieme? Un Sindaco che mostra con perseveranza tanto bigottismo non rappresenta una città, ma una sua piccola parte”. E sulle affermazioni di Canelli sul modo in cui la comunità dovrebbe battersi per le sue istanze, Battaglia gli rivolge un sarcastico invito: “Magari dovrebbe iscriversi ad una delle nostre Associazioni”.
“A Novara il 26 maggio erano attese forse 2.000 persone, credo che dopo le mirabolanti dichiarazioni del Sindaco saremo ancora di più, con allegria, determinazione e soprattutto Orgoglio da tutta la regione. Per questo ogni città dovrebbe celebrare il proprio Pride, un’ottima occasione per smascherare gli amministratori inadeguati e omofobi. E comunque a Torino e ad Alba le decisioni prese sono fortunatamente e diametralmente opposte”.
Lapidario il commento affidato a Twitter dall’eurodeputato piemontese del Pd Daniele Viotti. “Raga che palle sti sindaci bigotti e omofobi – scrive Viotti -. Non sapendo amministrare cercano un po’ di pubblicità sulla nostra pelle. Noi continueremo a sfilare, baracconi e colorati come sempre. Ostentiamo tutto il nostro orgoglio e a #Novara quest’anno faremo un #Pride meraviglioso”.
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