Ce lo ricordiamo tutti, Ignazio Marino, allora sindaco di Roma, che trascrive pubblicamente 16 matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. Era il 2014, le unioni civili non c’erano ancora. Il gesto di Marino fu salutato con commozione e gratitudine dalla comunità LGBTQIA+ non solo romana, ma italiana. In fondo, stavamo parlando della Capitale del Paese.
Una decisione che, secondo alcuni, sarebbe stata uno degli elementi che contribuirono alla sua violenta e prepotente defenestrazione. C’è pur sempre anche il Vaticano, a Roma. Fu il suo stesso partito, il Pd allora guidato da Matteo Renzi, a mettere fine prima del tempo dovuto all’esperienza di Marino al Campidoglio, costringendo alle dimissioni dal notaio i consiglieri di maggioranza. Fu uno shock per Roma, non solo per la Roma rainbow, ma per tutta la città e per un pezzo di Paese.
Oggi Ignazio Marino s’è preso la sua rivincita: eletto al Parlamento europeo con Alleanza Verdi e Sinistra nel collegio del centro Italia, quello a cui appartiene Roma.
Subito dopo di lui, con una vera valanga di voti, circa 25mila, si è piazzata Marilena Grassadonia ex presidente di Famiglie Arcobaleno, coordinatrice dell’Ufficio LGBT+ del comune di Roma, orgogliosamente lesbica e femminista. Una valanga, per un partito piccolo come AVS, più del doppio delle preferenze che la stessa Grassadonia ottenne alle scorse elezioni europee
E qual è il punto, direte voi?
Il punto è che Grassadonia potrebbe diventare la prima italiana attivista lesbica ad entrare al parlamento di Bruxelles. Ma, a questo punto, dipende da cosa farà Ignazio Marino. Perché nel collegio del centro AVS ha ottenuto un solo seggio quindi, in teoria, ce l’avrebbe fatta solo lui. L’ex sindaco, però, era candidato anche nel collegio del nord ovest dove risulta eletto perché chi ha preso più voti di lui, Mimmo Lucano, opta per un altro collegio. Funziona così: se hai vinto in più collegi devi sceglierne uno solo. Di conseguenza, negli altri risulteranno eletti i candidati subito dopo di te. Ci siete? Bene.
Se Marino, quindi, decidesse di accettare il collegio del nord ovest permetterebbe a Marilena Grassadonia di entrare al Parlamento europeo. E senza rinunciare al suo, di posto. Marino la sua rivalsa l’ha avuta: nessuno può togliergliela, neanche optare per un altro collegio la intaccherebbe.
Quello che, invece, perderebbe tenendosi il seggio del centro è la riconoscenza e l’affetto di quella comunità LGBTQIA+ che lo ritiene un alleato e che, con ogni probabilità, lo ha votato proprio a Roma, memore di quei giorni del 2014.
Impedire a Grassadonia di entrare a Bruxelles, come meriterebbe, sarebbe un torto non tanto a lei, ma a tutte quelle persone LGBTQIA+ che la stimano, che la ritengono un punto di riferimento e che sanno che, in un’Europa attraversata da una pericolosa onda nera, persone come lei sono necessarie per tenere alta la guardia sui diritti, l’uguaglianza, la pari dignità di tutte e tutti.
Ignazio Marino, sei ancora un alleato della comunità? Fai la cosa giusta.
In queste ore, è stata lanciata una petizione su change.org. La redazione di Gaypost.it vi invita a firmarla cliccando qui.
Di seguito, il testo dell’appello che accompagna la petizione.
“Vogliamo Grassadonia in Europa!
In queste elezioni per il Parlamento Europeo Marilena Grassadonia ha fatto un risultato straordinario frutto del lavoro che da più di 20 anni porta avanti insieme a movimenti, associazioni e società civile.
Marilena è arrivata seconda dietro Ignazio Marino che con questo risultato conferma il grande consenso di Roma verso di lui.
Marino da sempre alleato della comunità lgbtqia+ ha oggi l’occasione per confermarlo.
Abbiamo infatti fiducia che Ignazio Marino accetti tecnicamente l’elezione al nord ovest, così da permettere l’elezione di Marilena Grassadonia al Parlamento Europeo.
Con 25.000 voti, Marilena merita di rappresentarci in un’Europa sempre più nera e omolesbobitransfobica.
#marinofalacosagiusta”
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