È guerra aperta tra il governo di Tunisi e l’associazionismo LGBTI. Ad annunciarlo ‘Shams, l’unico gruppo presente sul territorio che lotta per la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia.
Il governo tunisino ha fatto appello alla decisione del Tribunale del 23 febbraio 2016 che ne autorizzava l’attività.
Il motivo? Shams violerebbe le norme della legge sulle associazioni e “i valori islamici della società tunisina, che rigetta l’omosessualità e ne proibisce un tale comportamento estraneo”.
Il ricorso del segretario generale del governo si baserebbe sul fatto che la legge tunisina, che punisce l’omosessualità all’articolo 23O del codice penale, proibirebbe di conseguenza anche l’attività di associazioni Lgbt.
L’associazione Shams dovrà presentarsi davanti ai giudici il primo marzo. A difesa si è schierata Human Rights Watch, annunciando che “il governo tunisino dovrebbe fermare il suo tentativo di ricorrere contro una sentenza della corte che conferisce a un’associazione Lgbt il diritto di operare”.
“Se le associazioni che difendono i diritti umani e le minoranze sessuali vengono sciolte o messe a tacere” ha detto Amna Guellali, Human Rights Watch “l’immagine della Tunisia come isola di libertà e democrazia nella regione subirà un grande contraccolpo”.
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