«Maria Elena Boschi e il transgender eletto negli Usa #SaraMcBride separate alla nascita»: titola così Il Tempo, con tanto di hashtag, avviando un paragone estetico tra l’ex ministra per le Riforme del governo Renzi e la neosenatrice eletta in Delaware, alle ultime presidenziali. Una non notizia, a ben vedere, che gioca sulla presunta somiglianza tra le due donne. E non si comprende il perché di questo apparentamento: forse per il titolista del quotidiano la cosa è divertente? Forse una delle due donne doveva sentirsi offesa nell’essere paragonata all’altra? Per qualcuno, tuttavia, il “movente” di quel titolo – apparso su Twitter – è chiaro.
Di certo, non è ancora ben chiara la ragione per cui le due politiche sono state messe in relazione. Se non seguendo quel vecchio adagio per cui a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Il titolo, al di là delle sue intenzioni, più o meno manifeste, rientra di diritto nei manuali di cattiva informazione per quanto riguarda le persone transgender. Dovrebbe essere chiaro, visto che è da anni che lo si ricorda nei corsi di aggiornamento per giornalisti/e, che il genere con cui indicare le persone trans è quello di elezione. Sarah McBride – bastava leggere attentamente il suo nome, per altro – va dunque appellata al femminile. Al Tempo si fa ancora confusione, con ogni evidenza.
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