Questa settimana proviamo a rispondere ad un quesito che ci è stato posto da alcuni nostri lettori:
“Siamo una coppia italo-pakistana, vorremo unirci civilmente ma il Pakistan non rilascia nulla osta: come facciamo ad unirci civilmente?”
La questione è quella relativa all’ottenimento del nulla osta per procedere a unione civile, che abbiamo trattato più volte, e il cui ottenimento ha creato negli scorsi mesi non pochi problemi alle coppie con un partner straniero proveniente da un paese che non riconosce le coppie omosessuali o in cui addirittura l’omosessualità è un reato.
Testualmente si legge infatti che: “Ai fini del nulla osta di cui all’articolo 116, primo comma, del codice civile, non rilevano gli impedimenti relativi al sesso delle parti. Qualora la produzione del nulla osta sia preclusa in ragione del mancato riconoscimento, secondo la legge dello Stato di cui lo straniero è cittadino, dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o di analogo istituto, il nulla osta è sostituito da un certificato o altro atto comunque idoneo ad attestare la libertà di stato, ovvero da dichiarazione sostitutiva ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445. Resta salva la libertà di stato accertata o acquisita per effetto di un giudicato italiano o riconosciuto in Italia“.
In sostanza, anche se il paese d’origine della persona che si vuole unire civilmente con un/una italiana non prevede riconoscimento delle coppie omosessuali, a questa persona basterà ottenere un certificato che attesta il suo stato libero o, ancora più semplicemente, potrà produrre un’autocertificazione che è possibile sottoscrivere personalmente direttamente in Comune nel momento in cui si fa la richiesta di costituzione di Unione civile.
Questa possibilità di sostituire la produzione del nulla osta con un “certificato o altro atto comunque idoneo ad attestare la libertà di stato” oppure addirittura anche da autocertificazione (dichiarazione sostitutiva ai sensi del DPR 445/2000) non è ad esempio riservata alle coppie eterosessuali che devono sposarsi, e tale trattamento diversificato si giustifica col fatto che in molti Stati non solo non sono previste le unioni civili ma addirittura l’omosessualità è un reato per cui si rischia l’incarcerazione, se non anche la pena di morte o comunque rivelare il proprio orientamento sessuale potrebbe mettere a rischio la propria incolumità.
Tornando alla domanda dei nostri lettori, come è possibile vedere nell’elenco di cui sopra dell’Ilga, ad esempio, sebbene la pena non venga comminata, in Pakistan l’omosessualità è reato e pertanto in assenza di nulla osta per le unioni civili sarà certamente possibile – e motivatamente – produrre altro certificato o autocertificazione.
(Se avete ulteriori domande o dubbi non esitate a scriverci qui su Gaypost.it, sulla nostra pagina Facebook o alla mail info@gaylex.it)
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