Nei mesi caldi della discussione sulla legge sulle unioni civili, Fratelli d’Italia aveva fatto una violenta campagna contro, accanendosi in particolare contro la gestazione per altri, ed utilizzando per la sua propaganda perfino l’immagine di una coppia canadese ritratta in sala parto nel momento in cui era venuto al mondo il loro figlio.
La foto al centro del procedimento, scattata nel 2014, ritraeva l’istante della nascita di M. e la gioia dei suoi due papà per il suo arrivo, nonché quella della donna che lo aveva dato alla luce.
L’immagine, coperta da copyright, pochi giorni dopo veniva pubblicata sull’account professionale della fotografa che l’aveva realizzata, Lindsay Foster, (autorizzata da tutti i protagonisti) accompagnata da una nota in cui l’autrice sottolineava il rapporto fra i padri e la donna che aveva partorito, il profondo amore e rispetto fra tutti e la meravigliosa esperienza a cui lei stessa aveva assistito.
A circa due anni di distanza, però, Fratelli d’Italia utilizzava la foto per promuovere una campagna discriminatoria, senza richiedere alcuna autorizzazione né all’autrice dell’immagine – detentrice dei relativi diritti – né ai soggetti ritratti nella foto (fra cui è, bene ricordare, c’è anche un minore).
Fratelli d’Italia non, è peraltro, nuova a questa illecita pratica di rubare immagini di persone gay lesbiche o trans per utilizzarle contro la nostra stessa comunità:
Ma questa campagna, divenuta letteralmente virale, è arrivata fino in Canada sotto gli occhi della coppia protagonista dello scatto, che ha quindi deciso di rivolgersi agli avvocati Michele Giarratano e Cathy La Torre di Gay Lex per la tutela dei propri diritti.
Lo scopo, secondo i legali, non è solo sanzionare il caso concreto e dunque risarcire le vittime di questo brutto episodio, ma è anche quello di dare un segnale forte affinché episodi del genere non debbano più verificarsi, anche perché in Italia talvolta le sentenze sono più innovative del pensiero politico come ci raccontano le cronache ormai quasi quotidiane.
Vale la pena sottolineare che gli avvocati di Gay Lex hanno deciso di occuparsi della vicende “pro bono” e cioè senza percepire alcun compenso. Si tratta, in sostanza, di un’azione innovativa se si considera che le spese legali sono state sostenute da tanti e tante attraverso donazioni spontanee sul sito di Gay Lex.
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