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Due coppie Lgbt+ in paradiso: la pala queer della Chiesa di Svezia

La Chiesa di Svezia ha commissionato e ha esposto un dipinto queer: un’immagine con fedeli omosessuali che vivono insieme in paradiso.

IL PARADISO QUEER

L’opera si chiama “Paradise” ed è stata realizzata da Elisabeth Ohlson Wallin. Paradise è stata inaugurata domenica scorsa nella chiesa di St. Paul a Malmö.
La chiesa ha diffuso una dichiarazione in cui rivendica l’inclusività dell’opera d’arte: «Siamo grati all’arte di Elisabeth che permettere di edificare una chiesa incredibile. Una chiesa che mostri che, indipendentemente da chi amiamo o come ci identifichiamo, possiamo trovare posto in paradiso».

IL CONTENUTO DELL’OPERA

L’illustrazione di Wallin include due uomini quasi nudi che si appoggiano l’un l’altro e due donne, una cinge l’altra ed entrambe si guardano negli occhi. Le due coppie delle stesso sesso rappresentano l’immaginario queer nel dipinto.
Wallin è un’artista queer che produce le sue opere in Svezia dalla fine degli anni Ottanta e ha spesso esplorato il ruolo della religione per la comunità Lgbt+. Nel 2012 ha prodotto Ecce Homo, una riproduzione dell’Ultima cena di Da Vinci con un Gesù Cristo trans. Un’opera che ha costretto l’utilizzo di guardie armate per poterla esporre in Serbia.

LE CRITICHE

Questo nuovo lavoro ha ricevuto diverse critiche sui social media. Sono stati soprattutto i conservatori che hanno criticato la chiesa per averlo esposto. «Questo non riguarda i valori cristiani, ma solo l’attivismo politico. È vergognoso!», ha scritto qualcuno su Twitter.
Un altro utente ha scritto: «Mi chiedo se abbiate tenuto conto di quelli che nelle vostra congregazione pensano che essere gay sia un peccato».
Ma non sono solo arrivate critiche, alcuni hanno celebrato il lavoro riconoscendone il valore artistico.
«L’arte migliore fa risvegliare le persone. Le fa pensare e pensare. Lo scopo della buona arte non è necessariamente compiacere. Io vedo un tema difficile per molte persone. Se le persone sono allo stesso tempo infastidite e soddisfatte per l’opera va bene», ha scritto Nils Lundgren.

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