Gli arresti illegali, le detenzioni, i due omicidi? Solo “fantasia”, perlomeno secondo il ministro dell’informazione ceceno, Dzhambulat Umarov.
“Si potrebbe scrivere un intero romanzo sulle appassionate avventure dei gay che, per qualche ragione, preferiscono essere oppressi in Cecenia” ha commentato il ministro ai microfoni del sito di informazione RBC. Umarov -scrive la fonte russa- “ha aggiunto che in Cecenia non tratteranno mai l’omosessualità come qualcosa di normale”.
Messaggio ribadito con forza anche in una video intervista alla testata online Kavkaz Reali nella quale Umarov ha definito le accuse del Russian Lgbt Network “Una totale fesseria“. Le sue parole, tuttavia, non lasciano spazio ad aperture e confermano il clima omofobo del paese: “Non seminate -ha tuonato- i semi della sodomia nella benedetta terra del Caucaso. Non cresceranno come nella pervertita Europa. Lasciate in pace la repubblica cecena“.
L’allarme era stato lanciato gli scorsi giorni dall’organizzazione Russian Lgbt Network che aveva invitato le persone lgbt scappare il prima possibile. Le persecusioni non si sono mai fermate -ha spiegato l’associazione- tuttavia, da dicembre, queste si sono intensificate. Secondo il Network, “circa 40 persone sono state detenute” e almeno 2 persone sarebbero “morte a causa delle torture“.
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