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Alessandro Zan contro Giorgia Meloni: “Contro la legge, dichiarazioni becere e volgari”

Duro attacco di Alessandro Zan a Giorgia Meloni, in merito al ddl contro la violenza e discriminazione per ragioni di orientamento sessuale e identità di genere. «Sono state dette tantissime cose strampalate, inventate» ha dichiarato il deputato, durante una diretta Instagram con Fedez. «L’ultima è stata di Giorgia Meloni al Maurizio Costanzo Show dove ha detto che con questa legge i bambini di sette anni dovrebbero scambiarsi i vestiti per spiegare l’omosessualità. Questa è una cosa becera, volgare, che non è degna secondo me di una che ricopre una posizione così importante di leader politica e soprattutto perché è una donna».

Speculazione per ottenere il consenso della parte arretrata del paese

Giorgia Meloni

Alessandro Zan ricorda ancora: «Meloni è una donna che ha subito un attacco misogino molto violento, verso il quale io ho espresso la mia solidarietà e vicinanza, ma proprio per questo lei dovrebbe essere la prima a essere sensibile a queste questioni. Invece purtroppo specula per ottenere un po’ più di consenso dalla parte più arretrata del Paese inventando le cose».

Combattere gli stereotipi di genere

Il deputato dice dunque: «Il rispetto verso le differenze è un valore, non è un problema. La società, quando rispetterà tutte le differenze, tutte le persone, a prescindere dalla loro condizione personale, sarà una società più giusta, dove si vivrà meglio tutti». E ricorda il problema degli stereotipi di genere, che vanno invece abbattuti: «Quando a partire dalla scuola ti insegnano che per forza i bambini devono vestirsi di blu e le bambine di rosa, che i bambini devono giocare con i soldatini e le macchinine, che i bambini non devono piangere e le bambine sì, allora si costruiscono dei paletti e degli schemi mentali che possono poi diventare l’anticamera di violenze quando si è adulti, di sopraffazione nei confronti dell’altro». E quindi, fa notare: «Nei sussidiari di alcune scuole c’è ancora che la mamma stira e il papà porta a casa lo stipendio, uno stereotipo di genere che va decostruito».

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