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“Bud sex”: il sesso fra contadini “etero” consumato nelle campagne

Due uomini maschili e virili, “etero”, che nelle sperdute campagne americane fanno sesso fra loro “per soddisfare un’urgenza fisica” e in qualche modo anche “affermare e cementificare la loro fraterna mascolinità eterosessuale rurale”.

Voi in questo momento starete pensando certamente tre cose:
– la prima è che siamo totalmente squilibrate (e questa è una verità)
– la seconda è che non c’è bastato parlare del contadino gay  nel programma della Fox, perché siamo ossessionate dai film porno anni ’90 con i contadini che facevano ogni cosa immaginabile e inimmaginabile nelle stalle (e anche questa è una grande verità!);
– la terza è ultima invece è che probabilmente stiamo parlando della trama de I segreti di Brockeback Mountain. Ecco riguardo a quest’ultima cosa vi state sbagliando.

Quella descritta sopra, infatti, non è la trama di un film o di un romanzo gay ma uno spaccato reale del mondo rurale statunitense (e probabilmente anche di altri stati).
Poco prima di Natale, infatti, il New York Time Magazine  ha dedicato spazio ad un’interessante e recentissima indagine sociologica condotta da un dottorando dell’Università dell’Oregon, Tony Silva, dal titolo piuttosto esplicativo: Bud Sex – Constructing Normative Masculinity among rural straight men that have sex with men (letteralmente: Bud Sex – la costruzione della mascolinità normativa fra gli uomini etero delle zone rurali che fanno sesso con altri uomini).

La ricerca di Silva è di tipo qualitativo (e non quantitativo) e si è basata su 19 interviste a uomini di zone particolarmente rurali (tipo le campagne dell’Illinois, del Missouri, dell’Oregon di Washington e dell’Idaho – zone conosciute per il loro “conservatorismo sociale e popolazione a maggioranza bianca). Questi uomini (molti sui 50 anni o più), contattati dal ricercatore tramite Craigslist , quasi tutti sposati con donne, intervistati in totale anonimato hanno confessato che la loro è una necessità sessuale e non sentimentale. Quasi tutti, comunque, si definiscono assolutamente eterosessuali, e solo pochi di loro al più riferivano di essere “straight but bi, but more straight”.

La ricerca prende spunto e richiama un’altra importante pubblicazione, uscita nel 2015 e di cui aveva parlato su questo sito quel bel fustacchione dello psicologo Loris Patella: Not Gay: sex between Straight White Men della professoressa Jane Ward, dell’Università della California. In quello studio (che indagava però nell’universo militare, delle confraternite studentesche e delle gang di motociclisti) questi uomini “etero” che vanno con altri uomini vengono definiti degli etero-flexible, spesso il loro è un legame quasi di fratellanza (bros-sex) che ha moltissimo in comune con il cameratismo militaresco, o da spogliatoio.

Anche secondo la Ward la scelta dei maschi etero di fare sesso con altri maschi etero serve per rafforzare la loro virilità e, inoltre, permette agli uomini fare sesso e anche di parlarne liberamente esplorando pulsioni sessuali che non riuscirebbero a esprimere con le proprie mogli e compagne.

La parte interessante delle interviste è ovviamente quella in cui si vede la totale negazione di una possibile omosessualità o bisessualità in questi comportamenti sessuali, ma anzi si vivono questi momenti (chiamati dall’autore, appunto, Bud Sex) come una modalità per cementificare eterosessualità e tradizione.
Il limite imposto è molto semplice e da alcuni viene espresso anche chiaramente: “non è sesso gay se anche l’uomo con cui stai facendo sesso non sembra affatto gay, come te“.

La ricerca è davvero interessante e se vi va potete approfondirla leggendola qui  per intero, o magari sarà oggetto di approfondimento del nostro psicologo preferito.
Intanto noi andiamo a fare una gita in campagna perché a furia di parlare di tutte queste cose c’è venuto un certo languorino… (ehi, ma qui in Italia nessuno usa Craigslist, andrà bene un altro sito di annunci?!).

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