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Aggressione a margine del Roma Pride: “Lesbicacce di merda”

Poco prima della partenza del Roma Pride e a pochi passi del punto del concentramento, Piazza della Repubblica, una coppia di donne è stata aggredita mentre beveva qualcosa al bar in attesa di partecipare al corteo. Il tutto è avvenuto, secondo il racconto delle interessate, nella totale indifferenza del personale e dei gestori del bar. Solo un altro cliente è intervenuto in difesa della coppia. Ad avere la peggio è stata Daniela Bellisario, presa per il collo, poi a calci e infine è rimasta senza camicia. Lei è ancora sotto shock mentre Barbara Vecchietti, la sua compagna, ha raccontato tutto sul suo profilo Facebook chiedendo aiuto per identificare l’aggressore. Ecco il terribile racconto di Barbara, le foto dell’aggressore e (in fondo) la sua descrizione.

I segni delle mani dell’aggressore sul collo di Daniela

Ieri c’era il Pride e per noi doveva essere una giornata di festa e di gioia. Invece il ricordo che ne serberemo sarà di rabbia, frustrazione ed impotenza. Daniela Bellisario è stata aggredita a suon di calci e manate in faccia a pochi metri da una piazza della Repubblica, gremita di polizia in tenuta antisommossa, 1 ora prima dell’inizio della parata. Ne scrivo io perché Daniela è ancora troppo provata e non ne vuole parlare. Ma abbiamo bisogno dell’aiuto del mondo social per aiutare i Carabinieri ad identificare il bastardo protagonista di questo gesto codardo. Vi prego fateci sapere se lo conoscete o avete qualcuno che gli somiglia tra i vostri contatti. Dovrebbe chiamarsi Angelo. Ecco i fatti.

Eravamo sedute al Bar Dagnino – galleria Esedra – (luogo che vi invitiamo a non frequentare visto quanto leggerete più avanti) per mangiare qualcosa prima della parata, quando il nostro cane si alza per andare ad annusare un altro cane piccolo, bianco e peloso (non so dire la razza). Daniela si alza subito per seguire Clok Labrador . L’altro cane ringhia a Clok e Clok risponde. Daniela immediatamente lo allontana, ma il padrone del cane bianco (quello con occhiali, barbetta, camicia a quadretti prugna e nera e adidas prugna con lacci arancioni delle foto) comincia a prendere a calci Clok. Daniela, reagisce urlando e frapponendosi per difendere il cane e quel vigliacco in tutta risposta comincia a prendere a calci lei. Lei reagisce urlando e spintonandolo- è più alta di lui – io corro in suo aiuto ed inizia un tafferuglio con questo che sembra un pazzo. Evidentemente non è abituato a donne che gli rispondono. In diverse occasioni questo afferra Daniela per il collo con una mano.

Come potete vedere c’era un sacco di gente intorno. Ma nel frattempo lui è circondato da due suoi amici che, più che portare via lui, cercano di allontanare noi, mentre in nostro soccorso viene solo un ragazzo (quello alto con la maglietta nera e la barba delle foto). Insomma la cosa va avanti per un po’ fino a quando gli urliamo che avremmo chiamato la polizia. Daniela tira fuori il telefono per fargli delle foto e questo le strappa il telefono di mano. Continua ad urlare rifiutandosi di restituire il telefono, ricominciano i tafferugli, e ad un certo punto questo le strappa la camicia. Lei si ritrova in reggiseno davanti a questo che la guarda ghignando come un maiale. Interviene nuovamente il ragazzo alto con la barba che si frappone e gli dice “Smettila! Ridalle il telefono. Assumiti le tue responsabilità! Aspetta la polizia.” Questo finalmente restituisce il telefono e se ne va con i suoi due compari. Fa una ventina di passi e quando è in fondo alla galleria urla “Lesbicacce di merda”.

Chiamiamo i Carabinieri, ma invece di mandare immediatamente qualcuno dalla Piazza a cercare questo tipo, ci tengono 10 minuti al telefono. E quindi addio possibilità di prenderlo subito. Il ragazzo alto con la barba si avvicina a noi con la sua compagna – entrambi calabresi – e ci dicono con grande gentilezza che avrebbero aspettato la polizia per testimoniare.
Ma l’episodio, già sufficientemente schifoso, ha uno sviluppo successivo da un certo punto di vista ancora più indecente e strisciatamene vigliacco.

(il racconto continua sotto la foto)

Mentre stiamo aspettando i Carabinieri, uno dei camerieri del Dagnino, quello alto e brizzolato, che durante tutta la scena ovviamente era stato a guardare senza muovere un dito – ma si sà che ad un quaquaquaraqua non si può chiedere di comportarsi da leone – commenta sprezzante con una cliente “Signora hanno finito di fare lo spettacolino..” Daniela lo sente e si alza furiosa urlandogli che non si deve permettere, che noi siamo delle clienti aggredite nel suo locale e che è stato offensivo. Questo risponde ribadendo con tono sprezzante che abbiamo dato spettacolo e che lui dice quello che gli pare. Io mi alzo e mi ci paro davanti a braccia conserte gli rinfaccio che non è intervenuto e lui “non sono mica un buttafuori” e io gli urlo “Sì ma di certo lei è un cafone! Chieda scusa o se ne vada!” E lui “Io non ho fatto niente e non me ne vado”. La cosa va avanti per 5 minuti.

(il racconto continua sotto la foto)


Questo rimane lì, ed io continuo a ripetergli all’infinito in faccia “Cafone, chieda scusa o se ne vada”. Interviene nuovamente il ragazzo calabrese che molto pacatamente gli fa nuotare come sia stato totalmente fuori luogo e che sarebbe bastato che si scusasse.. Ma questo gli risponde “Ha finito? allora si sieda”. Finalmente arriva un altro cameriere e lo porta via. Dopo 5 minuti che aspettiamo questo ha la faccia tosta di tornare fuori e chiedere al ragazzo calabrese e la compagna, che si erano seduti per aspettare con noi i Carabinieri, di alzarsi e liberare il tavolo!

Io non so che ruolo abbia questo quaquaraqua al Dagnino dico solo che nessuno della direzione ha fatto nulla, nessuno è intervenuto, nessuno ha mosso un solo dito nei nostri confronti né durante i tafferugli col maiale, né nei confronti di questo cameriere, né dopo. Ah no…dimenticavo..in realtà non ci hanno fatto pagare la bottiglia da 500 ml di acqua che abbiamo fatto in tempo a consumare.

Finalmente arrivano i Carabinieri – devo dire molto solleciti ed attenti – i quali, oltre a registrare l’accaduto, fanno immediata richiesta dei video delle telecamere, chiamano il 118 per il referto e ci danno molte indicazioni. Quando i testimoni citano l’urlo “Lesbicacce di merda” che ci ha lanciato il maiale quando era a distanza, ci chiedono se secondo noi era quello il motivo della violenza. Io rispondo, che il pretesto è stato la baruffa tra cani, le motivazioni di tanta violenza ovviamente non le sappiamo, ma non possiamo escludere che il tale fosse “infastidito” dalla musica del pride che si sentiva forte e chiara, ma tanto la legge contro l’omofobia in Italia non c’è quindi non fa differenza. E lui mi risponde che se è così è ancora più grave.

(il racconto continua sotto la foto)


Noi ieri il pride non lo abbiamo fatto. Ci abbiamo provato. Ma non ci siamo riuscite. Di fatto abbiamo attraversato il corteo per tornare alla macchina.
Stanotte non abbiamo dormito. E stamane la rabbia, la frustrazione e la sfiducia nei confronti di questo Paese pieno di maschi frustrati e violenti e di gente che sta a guardare, sono forse ancora più brucianti. Scusate il tono disfattista che di solito non è il mio, ma oggi non ci riesco proprio a vedere il bicchiere mezzo pieno.

P.S i Carabinieri ci hanno detto che dai video avranno le immagini, ma se il tipo è incensurato non ci potranno fare niente perché non riusciranno ad identificarlo.
Aiutateci a trovarlo, perchè è un violento. Perché è uno che un giorno potrebbe ammazzare la donna che gli sta accanto. Oppure pestare a morte un ragazzo fuori dal gay village.

Descrizione: alto circa 1.68-1.70 – robusto, occhiali e barbetta. Aveva un cane bianco, piccolo e peloso. Forse si chiama Angelo. Indossava camicia a quadretti prugna e nera e adidas prugna con lacci arancioni.

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